Il presidente cileno Salvador Allende alle Nazioni Unite, New York, 4 dicembre 1972. (Bettmann/Getty Images)

“Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo ho avuto l’opportunità di fare riferimento al fenomeno delle aziende multinazionali e ho evidenziato la crescita vertiginosa del loro potere economico, della loro influenza politica e della loro azione corruttrice.

Il potere di queste aziende è così grande che supera tutti i confini. Realizzano profitti favolosi e sottraggono enormi risorse ai paesi in via di sviluppo. In un solo anno, queste aziende hanno prelevato profitti dai paesi del Terzo mondo per 1.723 milioni di dollari. La loro influenza e il loro raggio d’azione stanno sconvolgendo il commercio internazionale, i trasferimenti di tecnologia, la trasmissione di risorse tra le nazioni e i rapporti di lavoro.

Ci troviamo di fronte a uno scontro diretto tra le grandi aziende multinazionali e gli stati sovrani. Le aziende stanno interferendo nelle decisioni politiche, economiche e militari fondamentali degli stati. Le aziende sono organizzazioni globali che non dipendono da nessuno stato e le cui attività non sono controllate né devono rendere conto a nessun parlamento o altra istituzione rappresentativa dell’interesse collettivo. In una parola, è l’intera struttura politica del mondo che viene minata.

‘I mercanti non hanno una patria. Non hanno legami con il luogo in cui si trovano. L’unica cosa che li interessa è la fonte dei loro profitti’. Queste parole non sono mie, ma di Thomas Jefferson. Le grandi aziende multinazionali pregiudicano i veri interessi dei paesi in via di sviluppo, ma la loro azione incontrollata e schiacciante si fa sentire anche nei paesi industrializzati in cui hanno sede. Per quanto riguarda i paesi sviluppati, l’idea di solidarietà umana dovrebbe indurli a provare ripugnanza per il fatto che un gruppo di aziende possa impunemente interferire nei meccanismi più vitali della vita di una nazione, arrivando perfino a bloccarla completamente”.

Dal discorso di Salvador Allende all’assemblea generale delle Nazioni Unite, 4 dicembre 1972. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero | Abbonati