Ora che è morto colui che, sapendo trarre il peggio dai suoi concittadini, ha condizionato il destino di un paio di generazioni di italiani, piuttosto che inseguire l’attualità sulla sua eredità economica e culturale può essere utile fermarsi a riflettere su come tutto sia cominciato. Per farlo è indispensabile questo libro pubblicato nel 2006, quando Berlusconi era all’apogeo della sua parabola. Traccia “la vita e le imprese”, dalla “mitopoiesi” delle origini fino al momento in cui Berlusconi cominciava a diventare un modello per altri leader politici in tutto il mondo. Lo firma con rigore investigativo e profondo senso del racconto Alexander Stille, oggi professore di giornalismo alla Columbia university: tra i pochi a saper raccontare questa storia combinando senso morale e lucidità, senza cedere al ricatto della par condicio (una delle trappole concettuali inventate dal cavaliere) e senza nascondere nulla sugli errori dei suoi nemici e avversari. Nel 2016 è stato ripubblicato con una nuova introduzione in cui fa il bilancio del decennio successivo. Sarebbe bello un nuovo aggiornamento. Nell’attesa, leggerlo fa capire la straordinaria novità di un fenomeno politico che, anticipando Trump, Bolsonaro e per certi versi anche Putin, ha mostrato come Marx si era sbagliato. Non è vero che la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. A volte succede il contrario. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati