Il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’operazione militare russa in Ucraina. Poche ore prima il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj aveva tenuto un discorso televisivo in lingua russa, chiedendo ai cittadini di Mosca di ribellarsi al loro presidente per evitare la guerra. Dopo quelle ore concitate che hanno dato il via al conflitto, tutta l’attenzione dei mezzi d’informazione si è concentrata su quello che stava succedendo nel paese sotto assedio e si è saputo poco del fronte antinterventista in Russia e di che fine hanno fatto gli oppositori, anche perché quasi tutti i corrispondenti stranieri sono stati costretti a lasciare il paese. Tra questi anche l’inviato dell’Economist Arkady Ostrovsky, che un anno dopo l’inizio del conflitto ha cominciato un viaggio per l’Europa alla ricerca degli esuli. Molti di loro si sono stabiliti in Turchia, l’ultimo paese ad aver accolto dei voli di linea provenienti dalla Russia sotto embargo. Altri sono andati in Georgia per unirsi agli oppositori attivi da un ventennio in quell’area. Altri ancora, come la famosa attrice Čulpan Chamatova, si sono trasferiti nei paesi baltici sperando che non diventassero il territorio di una nuova espansione del conflitto. Il risultato è un podcast intenso che viaggia per l’Europa in otto episodi, impreziosito dall’accento britannico con inflessione russa di Ostrovsky.

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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati