L’atto d’accusa nei confronti di Donald Trump descrive in modo dettagliato e sconcertante un crimine che non ha precedenti nella storia statunitense. Jack Smith, il procuratore speciale che sta conducendo l’indagine, è convinto che l’ex presidente, dopo aver lasciato la Casa Bianca, abbia volutamente portato con sé molti documenti segreti, alcuni riguardanti la sicurezza nazionale. In seguito li avrebbe conservati in stanze incustodite nella sua tenuta di Mar-a-Lago, in Florida, e li avrebbe mostrati a molti dei suoi ospiti.

Secondo l’accusa, Trump ha anche cercato di ostacolare l’indagine del dipartimento di giustizia. Smith sostiene che Trump e Walt Nauta – all’epoca suo assistente personale e ora indagato – hanno nascosto documenti importanti perfino agli avvocati del leader conservatore, e avrebbero dichiarato all’Fbi di aver consegnato tutto il materiale più rilevante, sapendo di mentire.

Trump e Nauta non sono stati molto astuti nei loro tentativi di nascondere i documenti agli avvocati e all’Fbi. L’atto d’accusa afferma che l’11 maggio 2022 un grand jury ha emesso un mandato chiedendo a Trump la restituzione di tutto il materiale riservato. Dodici giorni dopo due avvocati dell’ex presidente si sono incontrati per discutere la faccenda. In quell’occasione Trump ha chiesto: “Non sarebbe meglio se gli dicessimo che non abbiamo niente?”. E ha suggerito ai legali di mentire per lui. L’avvocato Evan Corcoran ha risposto che sarebbe tornato il 2 giugno per esaminare i documenti custoditi da Trump e per individuare quelli richiesti dal grand jury. A quel punto Trump ha ordinato a Nauta di spostare di nascosto 64 scatole di documenti dal magazzino di Mar-a-Lago ai locali della sua residenza privata (alcune sono state impilate in una doccia). In quel periodo l’Fbi ha chiesto a Nauta se fosse a conoscenza del trasferimento di documenti nella residenza di Trump. Nauta, che lo aveva fatto personalmente, ha negato tutto.

Poco prima che Corcoran tornasse, Trump avrebbe chiesto a Nauta di riportare trenta scatole nel magazzino. A quanto pare l’ex presidente aveva rimosso tutti i documenti che gli interessavano e voleva rimetterne a posto una quantità sufficiente per convincere l’avvocato di avergli dato accesso a tutto il materiale. Corcoran ha trovato comunque 38 documenti riservati.

In seguito Corcoran e altri avvocati hanno dichiarato per conto di Trump di aver controllato tutte “le scatole trasferite dalla Casa Bianca in Florida”, prima di consegnare i documenti agli investigatori federali, come previsto dalla legge. Nell’atto d’accusa si legge che dopo quell’episodio Nauta ha caricato alcune scatole su un aereo privato con cui Trump e la famiglia sarebbero andati “a nord per l’estate”. A quel punto Trump e Nauta hanno pensato probabilmente di averla fatta franca. Ma si sbagliavano. Tutti gli spostamenti delle scatole sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza, le cui registrazioni sono state ottenute dagli inquirenti e mostrate al grand jury. I video rappresentano la base del mandato che ad agosto del 2022 ha permesso all’Fbi di perquisire Mar-a-Lago. Gli agenti hanno trovato molti altri documenti che Trump aveva nascosto ai suoi avvocati e alle forze dell’ordine.

Casi diversi

La legge federale non è tenera con chi cerca di ostacolare un’indagine sull’occultamento di documenti da cui dipende la sicurezza nazionale. Alcuni contenevano informazioni segretissime sui programmi nucleari e le attività militari di altri paesi, comunicazioni sulle potenziali “ritorsioni in risposta a un attacco esterno”, rivelazioni sui punti deboli dell’esercito statunitense. A quanto pare Trump ha architettato per settimane un piano per capire come conservare questo materiale.

Ma cosa rischia davvero l’ex presidente? Il capo d’accusa principale riguarda la “cospirazione per intralciare la giustizia”, accompagnato da una serie di altre imputazioni sull’occultamento di documenti che riguardano un’indagine federale e dichiarazioni false alle forze dell’ordine. La maggior parte di questi reati prevede condanne fino a vent’anni di carcere e sanzioni fino a 250mila dollari.

Può essere utile confrontare questo caso con quello sui rapporti fra Trump e la Russia, che si è concluso nel 2019 senza un’incriminazione. In quell’indagine il procuratore speciale Robert Mueller scoprì che Trump aveva cercato di convincere i suoi sottoposti a mentire alle forze dell’ordine e a non collaborare alle indagini. Inoltre, aveva anche ordinato di licenziare Mueller, per poi cambiare idea quando il consulente legale della Casa Bianca aveva minacciato di dimettersi. Si tratta di comportamenti chiaramente gravi, ma che impallidiscono di fronte all’indagine attuale. ◆ as

Da sapere
Un giorno in tribunale

◆ Il 13 giugno 2023 l’ex presidente statunitense Donald Trump è comparso davanti al tribunale di Miami, in Florida, per rispondere dell’accusa di aver portato documenti riservati nella sua residenza privata e di averli nascosti all’Fbi. Trump è stato incriminato dal procuratore speciale Jack Smith, nominato nel 2022 dal dipartimento di giustizia. È la prima volta che un ex presidente è incriminato per reati federali. Trump, che si è dichiarato non colpevole, rischia fino a vent’anni di carcere per accuse che riguardano l’occultamento e la manipolazione di documenti altamente riservati e il tentativo di ostacolare la giustizia. L’ex presidente sostiene che l’incriminazione sia il frutto di un complotto politico organizzato dal presidente Joe Biden. Trump è candidato alle elezioni presidenziali del 2024, e al momento è il favorito alle primarie del Partito repubblicano. Ad aprile era stato incriminato dalla procura di New York per un pagamento illegale a un’attrice di film porno. I due processi non impediscono a Trump di continuare la campagna elettorale e teoricamente neanche di essere eletto presidente. Cnn


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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati