I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Arrestati nel 1920, condannati a morte un anno dopo, infine uccisi, sulla sedia elettrica, nel 1927. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano accusati di rapina e duplice omicidio, ma la loro colpa era un’altra: quella di essere anarchici e inoltre di essere italiani. Nicola Pasi non si limita a ricostruire il caso giudiziario che per altro fu un assassinio legalizzato. Con un tono da reportage racconta i due protagonisti, due giovani italiani di provincia approdati a Boston, in un’America che prospera grazie al duro sfruttamento degli operai immigrati additati dai ceti dominanti anglosassoni come feccia umana, in un periodo in cui inoltre serpeggia, dopo la rivoluzione russa, la paura del “pericolo rosso”. I due sono condannati a morte anche se non ci sono prove della loro colpevolezza e hanno solidi alibi. Ma hanno contro un procuratore, un giudice, una giuria che li vogliono vedere condannati a prescindere. A nulla vale la mobilitazione di milioni di persone da Buenos Aires a Tokyo, da Oslo a Johannesburg, che tra appelli, scioperi e manifestazioni si battono per la loro salvezza in una campagna che il mondo non aveva mai visto prima. Lo stato del Massachusetts ignora tutte le proteste, Sacco e Vanzetti muoiono, non da criminali ma da martiri di una giustizia criminale. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1545 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati