I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.
L’ecologia è un tema caro alla sinistra. Lo pensiamo tutti, rafforzati dalle impressioni della campagna per le elezioni europee, con Fratelli d’Italia che si scagliava contro le “ecofollie” di Bruxelles mentre la Lega difendeva “le case e le auto degli italiani” contro il presunto fanatismo ambientalista dell’Ue. Ma le cose non stanno proprio così. Esiste anche una tradizione di ecologia “nera”, spiegata bene da Francesca Santolini. Una lunghissima tradizione, coltivata con convinzione già da Hitler e Himmler. Una tradizione di attenzione all’ambiente che nasce dal binomio “sangue e suolo”, che vuole l’uomo ancorato alla “sua” terra. Immancabilmente quell’ecologia declina le sfide ambientali in termini razzisti, scagliandosi contro gli immigrati, accusati di essere un grave pericolo per gli equilibri naturali. In questa maniera capovolge pure il discorso su vittime e responsabili del cambiamento climatico, incolpando il sud globale del disastro in corso e scagionando il ricco nord. C’è poco da gioire – questo il messaggio importante del libro di Santolini – se anche l’estrema destra si ammanta di ecologismo: quella difesa dell’ambiente non difende l’umanità ma vuole solo proteggere il proprio orto in chiave nazionalista e razzista rimanendo lontana da un approccio umanistico alle sfide ambientali. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati