Il governo keniano manderà mille poliziotti ad Haiti all’interno di una missione approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 2 ottobre per fermare le violenze indiscriminate legate alla presenza di bande criminali. Ma secondo alcune voci critiche, tra cui quella dell’ex presidente della corte suprema keniana Willy Mutunga, la missione è illegale e rischiosa. Uno dei capi di queste bande, Jimmy Chérizier detto Barbecue, ha lanciato un avvertimento ai paesi stranieri, dicendo che non devono mettere piede ad Haiti. Ha chiesto inoltre la destituzione del primo ministro haitiano Ariel Henry.

Chérizier non ritiene di essere un delinquente, ma sostiene che quest’etichetta gli sia stata data dagli stranieri. L’alleanza criminale di cui è il capo, la G9, si oppone a qualsiasi intervento straniero e afferma che le potenze esterne vogliono solo violare i diritti umani. “Combatteremo fino alla morte. Sarà una lotta del popolo haitiano per la dignità del paese”, ha detto Chérizier, secondo cui le cose si sistemeranno solo dopo le dimissioni di Henry.

Quella haitiana fu la prima popolazione nera a sconfiggere schiavisti e colonialisti alla fine del settecento. Quel successo, però, si trasformò in una maledizione. I colonialisti francesi isolarono Haiti e la costrinsero a pagare un risarcimento agli ex proprietari di schiavi. Da allora, almeno sette presidenti e primi ministri sono stati mandati via con la forza o sono stati uccisi. L’ultimo presidente, Jovenel Moïse, è stato assassinato nel luglio 2021 da un gruppo di uomini armati.

La storia di Chérizier è emblematica del caos di Haiti. Ex ufficiale di polizia, ha acquisito una profonda conoscenza del territorio lavorando in varie parti del paese. Anche se i gruppi criminali, le forze di sicurezza locali e quelle straniere violano spesso i diritti umani, Chérizier ha fatto leva sul nazionalismo per consolidare la sua immagine di difensore della sovranità haitiana. Ha usato strategie di rivolta popolare, come bloccare un importante terminal di stoccaggio dei carburanti nella capitale Port-au-Prince. I costi legati a quell’attacco stanno compromettendo la capacità operativa del governo. Henry ha il sostegno dell’occidente, ma questo ha aiutato Chérizier a convincere gli haitiani che il premier sia un venduto.

Meglio equipaggiate

Nel 2020 gli Stati Uniti hanno adottato sanzioni contro Chérizier, accusandolo di essere il responsabile di un massacro avvenuto a Port-au-Prince nel 2018. Nell’attacco al quartiere di La Saline sono state uccise almeno 71 persone, più di quattrocento case sono state distrutte e almeno sette donne sono state violentate. Gli aggressori hanno portato via le vittime dalle loro case, anche dei bambini, prima di ucciderle e abbandonare i loro corpi per strada. Gli Stati Uniti sostengono che “le bande, appoggiate da alcuni politici, reprimono il dissenso nelle zone della capitale dove si registra maggiore adesione alle manifestazioni antigovernative”. Il dipartimento di stato di Washington ha aggiunto che ricevono denaro, protezione politica e armi da fuoco come ricompensa per gli attacchi organizzati, che hanno l’obiettivo di creare instabilità e far tacere le richieste di condizioni di vita migliori dei cittadini. Per questo, sono equipaggiate meglio dei poliziotti.

Pochi giorni fa a Port-au-Prince è nata una nuova unità speciale della polizia, l’Unità temporanea antigang, che collaborerà con le truppe straniere per fermare le violenze. Il ministro degli esteri keniano, Alfred Mutua, ha giustificato l’impegno a intervenire precisando che Nairobi non poteva rifiutare l’aiuto chiesto da Haiti. E respinge le accuse secondo cui la decisione del Kenya sarebbe stata influenzata dalle pressioni di alcune grandi potenze.

“Alla luce degli straordinari risultati ottenuti dal Kenya” nelle operazioni all’estero di mantenimento della pace, ha precisato Mutua, “il governo haitiano ci ha chiesto di guidare una missione di polizia”. Ha poi aggiunto che altri paesi – Giamaica, Barbados, Antigua e Barbuda – invieranno le loro truppe ad Haiti. Gli Stati Uniti si sono impegnati a finanziare la missione, mentre il Canada fornirà assistenza tecnica. ◆ gim

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati