02 febbraio 2012 00:00

“Undicimila metri quadrati di mare per produrre l’1 per cento della benzina consumata negli Stati Uniti. Siete sicuri?”, scrive un lettore. “È un’affermazione insostenibile”, osserva un altro. Hanno ragione: l’articolo di Science citato a pagina 87 nello scorso numero parlava di chilometri quadrati, non metri. I numeri sono tra i nostri errori più frequenti. Nelle ultime dieci settimane abbiamo dovuto correggerli quattro volte. Non siamo i soli. Recentemente Philip B. Corbett, incaricato della revisione dei testi al New York Times, ha richiamato all’ordine i colleghi: “Non diremmo mai ‘mille’ per dire ‘uno’. Allora perché scriviamo ‘miliardi’ invece di ‘milioni’? Il coefficiente di errore è lo stesso”.

Un numero sbagliato fa crollare la credibilità di un articolo e suggerisce che chi l’ha scritto non ci ha riflettuto neanche un secondo. “Serve un cambiamento culturale”, scrive il garante dei lettori del Guardian, Chris Elliott. Il problema, secondo lui, è che la matematica non è considerata una competenza giornalistica. I giornalisti, però, non hanno mai avuto tanti strumenti per fare verifiche: in rete c’è tutto, dalle banche dati delle organizzazioni internazionali ai convertitori che trasformano velocemente piedi in metri, once in chilogrammi e dollari in euro.

Internazionale, numero 934, 3 febbraio 2012

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