25 ottobre 2012 09:00

Il Times Higher Education (The) e la Reuters hanno pubblicato il 4 ottobre la classifica 2012-2013 di quattrocento università che primeggiano nel mondo tra seimila prese in considerazione. È ancora (qualcuno ha detto) “una storia americana”: le università degli Stati Uniti dominano come nelle puntate precedenti. Però emergono delle novità. Harvard non è più al primo posto, come nel 2010, ma come nel 2011 è scavalcata da CalTech, l’università di tecnologia della California. È il segnale di una tendenza diffusa: guadagnano posti le università specializzate rispetto alle generaliste.

Negli Stati Uniti perdono posizioni le università pubbliche, che risentono della contrazione di finanziamenti statali, e guadagnano le private, che si muovono in un orizzonte più certo, meno soggetto alle crisi economiche e a scelte dei mandarini pubblici. Nel complesso la storia è ancora americana, ma già a guardare le prime posizioni si nota l’ascesa di università britanniche: Cambridge resta al settimo posto, ma Oxford passa dall’ottavo al secondo e il London imperial college dal decimo all’ottavo.

Continua l’ascesa di università giapponesi, cinesi e di alcuni pae­si europei: Svizzera, Olanda, Germania (qui, secondo The e Reuters, pare funzionare la politica che favorisce lo sviluppo di settori eccellenti). Accanto ai criteri più oggettivi è ormai imponente il contributo delle valutazioni di specialisti, 31mila da 149 paesi. Tra le università di recente istituzione Milano Bicocca ha un ottimo piazzamento.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it