Imparare a scrivere manualmente in corsivo ha effetti benefici sullo sviluppo linguistico e cognitivo. Perciò a maggio lo stato dell’Alabama ha approvato la Lexi’s law per conservare uso e apprendimento del corsivo manuale nelle scuole (Lexi è il nome d’una nipotina del deputato proponente).

La materia calligrafia è scomparsa da anni in molti sistemi scolastici. E anche l’apprendimento del corsivo a mano è andato declinando. In Italia, senza idoleggiare un passato più remoto, in cui già si segnalavano casi vistosi di cacografia d’élite, almeno dalla fine degli anni settanta cominciò il declino a vantaggio di una scrittura manuale a stampatello. Secondo Benedetto Vertecchi l’avvento del digitale sta dando il colpo di grazia finale alla scrittura manuale.

Anche negli Stati Uniti un attivo centro di ricerche di Miami data l’inizio del declino agli stessi anni settanta. Poi, come ricorda il New York Times Education, sempre più spesso il declino o, meglio, l’abbandono è stato sostenuto da dichiarazioni di pedagogisti: mettiamo da parte le fatiche dell’apprendimento e insegnamento del corsivo e ci sarà più tempo per cose più serie.

Non concorda Sheila Lowe, presidente dell’American handwriting analysis foundation. Per imparare il corsivo bastano pochi minuti al giorno di insegnamento intessendone poi l’uso in tutte le altre attività (cosa che pare valere per ogni capacità linguistica). Magari, aggiunge, risparmiamo tempo riducendo la profluvie di test standardizzati.

Questa rubrica è stata pubblicata il 18 novembre 2016 a pagina 109 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it