L’esercito israeliano ha affermato il 10 ottobre di aver trovato in Israele “circa 1.500 corpi” di combattenti del gruppo palestinese Hamas in seguito all’attacco del 7 ottobre.
“Circa 1.500 corpi di combattenti di Hamas sono stati trovati in Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza”, ha dichiarato Richard Hecht, portavoce dell’esercito. Finora l’esercito ipotizzava che un migliaio di combattenti palestinesi avessero partecipato all’attacco.
“L’esercito ha più o meno ripreso il controllo del confine meridionale, anche se infiltrazioni sono ancora possibili”, ha aggiunto Hecht.
La sera del 9 ottobre Hamas ha minacciato di uccidere gli israeliani che tiene in ostaggio se continueranno i raid israeliani nella Striscia di Gaza, mentre il bilancio del conflitto è salito a 1.600 vittime da entrambe le parti.
La minaccia arriva dopo che Israele ha proclamato un “assedio totale” della Striscia di Gaza, controllata da Hamas dal 2007. L’esercito sta bombardando la Striscia in risposta all’attacco senza precedenti lanciato da Hamas via terra, aria e mare, che in Israele è paragonato all’11 settembre 2001.
Il 9 ottobre l’esercito israeliano ha annunciato di aver ripreso il controllo delle città prese di mira nel sud del paese, dove i combattenti di Hamas hanno lanciato il loro attacco a sorpresa. “La risposta israeliana sarà terribile”, ha promesso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Ma Hamas ha lanciato un avvertimento: “Ogni volta che il popolo palestinese sarà preso di mira, uccideremo un ostaggio”.
Secondo il governo israeliano, gli ostaggi sono quasi 150.
Sospese anche le forniture idriche
Gli Stati Uniti, che l’8 ottobre hanno cominciato a fornire aiuti militari a Israele e schierato le forze navali al largo delle coste del paese, hanno chiarito il 9 ottobre “di non avere alcuna intenzione d’inviare truppe”.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha chiesto al presidente palestinese Abu Mazen di fare il possibile per evitare “un allargamento del conflitto”, ha riferito il 10 ottobre l’agenzia di stampa ufficiale saudita.
L’esercito israeliano ha affermato che più di novecento cittadini israeliani sono stati uccisi dall’inizio dell’offensiva palestinese. Secondo il ministero della salute, i feriti sono invece 2.616. Tra le vittime ci sono 250 partecipanti a un rave party organizzato nel deserto, vicino alla Striscia di Gaza. “Hanno massacrato i partecipanti a sangue freddo”, ha dichiarato Moti Bukjin, portavoce dell’ong Zaka, che ha contribuito alla raccolta dei corpi.
Da parte palestinese ci sono 687 morti e 3.727 feriti, secondo le autorità locali.
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Decine di migliaia di soldati israeliani sono attualmente schierati al confine con la Striscia di Gaza, un territorio abitato da 2,3 milioni di palestinesi.
Israele ha ritirato le truppe dalla Striscia di Gaza e trasferito i coloni nel 2005, dopo aver occupato il territorio dal 1967. Ma mantiene il controllo dello spazio aereo e delle acque territoriali, imponendo un blocco dal 2007.
Dopo l’annuncio dell’assedio totale di Gaza, Israele ha sospeso le forniture idriche al territorio. Aveva già sospeso le forniture di elettricità e cibo.
Le parole di Guterres
In un discorso tenuto in tv la sera del 9 ottobre, Netanyahu ha invitato l’opposizione “a partecipare a un governo di unità nazionale per affrontare l’emergenza”.
L’esercito israeliano ha anche annunciato di aver ucciso “alcuni miliziani armati” che si erano infiltrati in Israele dal Libano. Il gruppo libanese Hezbollah ha affermato il 9 ottobre di aver colpito due caserme in Israele in risposta alla morte di tre dei suoi membri in un bombardamento israeliano.
L’attacco di Hamas ha causato la morte di alcuni stranieri, tra cui dodici tailandesi, undici statunitensi, dieci nepalesi, sette argentini, due ucraini, due francesi, un russo, un britannico, un cambogiano e un canadese.
L’attacco è stato lanciato cinquant’anni e un giorno dopo la guerra arabo-israeliana del 1973, che colse Israele di sorpresa e causò la morte di 2.600 israeliani in tre settimane.
Le Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno affermato di aver lanciato l’offensiva per “mettere fine ai crimini dell’occupazione israeliana”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha riconosciuto “le legittime preoccupazioni d’Israele in materia di sicurezza”, ma si è detto “profondamente preoccupato” per l’annuncio di un assedio totale della Striscia di Gaza.