Il presidente di Panamá José Raúl Mulino ha reagito duramente il 22 dicembre alla minaccia del presidente eletto statunitense Donald Trump di riprendere il controllo del canale di Panamá, che collega gli oceani Atlantico e Pacifico.
“Il canale non è controllato, né direttamente né indirettamente, dalla Cina, dall’Unione europea, dagli Stati Uniti o da qualsiasi altra potenza”, ha scritto sul social network X, senza nominare Trump. “In quanto panamense, respingo fermamente affermazioni che distorcono la realtà”.
Il giorno prima Trump si era scagliato contro Panamá sul suo social network Truth Social.
“Le nostre navi militari e commerciali sono trattate in modo ingiusto”, ha affermato Trump, che il 20 gennaio s’insedierà alla Casa Bianca. “Le tariffe che ci vengono imposte sono ridicole”.
“Questo tentativo di fregarci deve cessare immediatamente”, ha aggiunto.
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Il controllo del canale di Panamá, la cui costruzione è stata completata dagli Stati Uniti nel 1914, è stato restituito al paese centroamericano nel 1999, in base a un accordo firmato dal presidente democratico Jimmy Carter nel 1977.
“Ma doveva essere Panamá a gestire il canale, non la Cina o altri”, ha dichiarato Trump. “Non permetteremo che finisca nelle mani sbagliate!”.
“Se Panamá non sarà in grado di garantire il funzionamento sicuro, efficiente e affidabile del canale, esigeremo che ci sia restituito, senza discussioni”, ha aggiunto.
In risposta, Mulino ha chiesto rispetto per il suo paese e ha assicurato che “ogni metro quadrato del canale e delle aree adiacenti appartiene a Panamá e continuerà ad appartenere a Panamá”.
“La sovranità e l’indipendenza del nostro paese non sono negoziabili”, ha aggiunto.
Mulino ha però fatto sapere che intende avere buoni rapporti con la futura amministrazione statunitense, collaborando in particolare nella lotta all’immigrazione irregolare e al traffico di droga.