Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre il governo israeliano ha annunciato di aver approvato la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di liberazione degli ostaggi, in seguito alle forti pressioni esercitate dal presidente statunitense Donald Trump.

“Il governo ha appena approvato l’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi o morti”, ha affermato l’ufficio dell’esecutivo.

L’accordo, raggiunto la notte precedente in Egitto, si basa su un piano di pace in venti punti annunciato il 29 settembre da Trump, dopo due anni di una guerra devastante seguita all’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre 2023, che aveva causato circa 1.200 morti.

Delle 251 persone rapite quel giorno, 47 sono ancora a Gaza, ma secondo l’esercito israeliano almeno 25 sono morte.

La successiva offensiva israeliana nel territorio palestinese ha invece causato almeno 67.194 morti e una catastrofe umanitaria.

“La liberazione di tutti gli ostaggi dovrebbe mettere fine alla guerra”, ha dichiarato il ministro degli esteri israeliano Gideon Saar, mentre il capo negoziatore di Hamas, Khalil al Hayya, ha sottolineato di aver “ricevuto garanzie dai fratelli mediatori (Egitto e Qatar, ndr) e dagli Stati Uniti su una fine definitiva del conflitto”.

“È un momento storico”, ha affermato il presidente palestinese Mahmoud Abbas in una rara intervista a un’emittente tv israeliana, in cui ha auspicato “pace, sicurezza e stabilità” tra i palestinesi e Israele.

Shosh Bedrosian, portavoce dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha precisato che “la versione finale della prima fase dell’accordo è stata firmata da tutte le parti in causa la mattina del 9 ottobre in Egitto”.

“Tutti i nostri ostaggi, vivi e morti, saranno rilasciati entro 72 ore dall’entrata in vigore della tregua”, ha aggiunto.

Trump ha però avvertito che i corpi di alcuni degli ostaggi “saranno un po’ difficili da trovare”.

Prima di essere approvato dal governo israeliano, l’accordo aveva ricevuto il via libera del gabinetto di sicurezza. Il ministro della sicurezza interna Itamar Ben Gvir, esponente dell’estrema destra, si era però opposto.

Entro ventiquattr’ore dall’entrata in vigore della tregua, l’esercito israeliano si ritirerà dalle zone in cui stava operando, ma manterrà il controllo del 53 per cento della Striscia, secondo Bedrosian.

L’esercito israeliano ha confermato che si sta preparando a riposizionare le sue truppe nella Striscia di Gaza.

Trump ha fatto sapere di voler partire per il Medio Oriente. “Gli ostaggi saranno liberati il 13 o il 14, e probabilmente ci sarò. Non vedo l’ora”, ha dichiarato.

Secondo un funzionario di Hamas, gli ostaggi vivi saranno liberati in cambio di circa duemila prigionieri palestinesi. “Contemporaneamente ci sarà il ritiro dell’esercito israeliano e l’arrivo di grandi quantità di aiuti umanitari”.

Il gruppo palestinese ha affermato che i negoziati per la seconda fase del piano Trump cominceranno “subito dopo” l’entrata in vigore della tregua.

Si discuterà soprattutto del disarmo di Hamas e del ritiro dell’esercito israeliano.

L’accordo prevede anche la creazione di un “comitato di pace” presieduto da Trump per supervisionare un’amministrazione di transizione a Gaza.