18 luglio 2019 14:18

Il Kinnaur è un distretto dell’Hichamal Pradesh, nell’Himalaya indiano. In questa terra di confine tra Asia centrale e meridionale vivono i kinnauri, una popolazione di antiche origini dedita all’agricoltura e alla pastorizia, legata al culto animista e alle pratiche sciamaniche. Il giornalista Emanuele Confortin scopre questa regione nel 2001, mentre è ancora all’università. La sua idea è di andare lì e condurre una ricerca etnografica sul campo.

Il suo primo viaggio risale al 2003. Senza sapere bene cosa aspettarsi da un luogo del genere, Confortin si immerge completamente nella vita dei kinnauri: “Ho ascoltato gli inni sacri al tempio del villaggio, ho bevuto robuste sorsate di rak (un vino rituale), ho osservato lo sguardo spiritato dei grokch (gli oracoli) durante la trance, ho partecipato a un esorcismo e mi sono ritrovato a correre nel buio, impaurito”. Il Kinnaur ha cambiato per sempre la vita di Confortin.

A quella spedizione, ne sono seguite altre, nel 2005 e nel 2018.

La ricerca di Confortin si è evoluta in un reportage per approfondire l’impatto della modernità e della globalizzazione nel Kinnaur. Negli ultimi trent’anni infatti sono stati introdotti dei nuovi modelli economici basati sulla coltivazione delle mele.

Uno stabilimento per la produzione delle mele nel Kinnaur. (Emanuele Confortin)

La coltivazione di questo frutto ha stravolto completamente il territorio, tanto che Confortin parla di “melocrazia”. Dai pascoli si è passati alla monocultura, che richiede un maggiore utilizzo delle risorse idriche e di pesticidi per impedire ai parassiti di danneggiare le coltivazioni. Inoltre, i meleti vengono estesi sempre più in alto, per compensare l’aumento globale delle temperature e la scarsità di acqua.

Le mele minacciano anche le tradizioni che hanno formato l’identità kinnaura. Con le mele è arrivato il cemento e l’attrazione per uno stile di vita più moderno importato dalle grandi città indiane.

Un pastore nepalese sui pascoli del Kinnaur. (Emanuele Confortin)

L’amore di Confortin per questa terra si è trasformato un progetto in cui sono coinvolti anche docenti universitari, ricercatori e professionisti nel settore audio e video. Kinnaur Himalaya è già diventato un libro e una mostra. La parte finale di questa lunga ricerca si concluderà con un documentario, ancora in fase di produzione, che è possibile sostenere con una raccolta fondi. Il progetto è anche su Facebook.

Non è la prima volta che un modello socioeconomico si impone stravolgendo un territorio e una comunità, pensiamo alla questione della coltivazione delle nocciole tra Umbria, Lazio e Toscana . “Stiamo lavorando in Himalaya, ma i dati raccolti sul campo riflettono quanto vissuto da tutti noi nel passato”, racconta Confortin. “Servono a conoscerci un po’ meglio e magari a cogliere degli spunti utili per migliorare le nostre stesse vite”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it