03 giugno 2016 18:10

Alessandro Imbriaco e Tommaso Bonaventura hanno fotografato i luoghi del maxi processo contro cosa nostra e gli scaffali che ne contengono i faldoni: 2.665 anni di carcere, 360 condannati, più di seimila pagine di fascicoli. Massimo Vitali rimane in Sicilia ma sceglie un paesaggio completamente diverso, l’affollata spiaggia di Mondello. Michele Borzoni, invece, ha fotografato un concorso pubblico che si è tenuto a Firenze nel 2007, 2.174 candidati per nove posti disponibili come assistenti in un asilo nido.

In occasione del 70° anniversario della repubblica, il Maxxi di Roma ha inaugurato il 2 giugno una mostra fotografica, curata da Margherita Guccione, intitolata Extraordinary visions. L’italia ci guarda. Centocinquanta immagini e 40 fotografi, italiani e stranieri, ripercorrono i luoghi e i personaggi della storia italiana più recente.Tra questi Ugo Mulas e Luigi Fontana, Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin. Anche Luigi Ghirri è presente con l’immagine di uno stabilimento balneare di Riccione, Gianni Cipriano scatta invece una panoramica sulle poltrone vuote al Quirinale poco prima del giuramento di Enrico Letta nel 2013.

La mostra è divisa in quattro sezioni: arte cultura e architettura, res publica, paesaggi contemporanei, città comunità e lavoro. Ogni immagine propone un preciso punto di vista sul nostro paese: da Matteo Renzi dopo la vittoria alle europee del 2014 (Simone Donati), alla prima campagna fotografica di Dolce e Gabbana (Ferdinando Scianna), alla solitudine di un’automobile bruciata e abbandonata su una costa siciliana (Letizia Battaglia). Secondo Margherita Guccione, “Extraordinary visions è un viaggio visivo che restituisce un’immagine ben lontana dagli stereotipi, e un viaggio anche nei linguaggi e nelle sperimentazioni più avanzate della fotografia contemporanea”.

La mostra, all’interno della Galleria 1 del Maxxi, sarà aperta al pubblico fino al 23 ottobre 2016.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it