La democrazia muore in guerra

◆ Uno dei passaggi che mi ha colpito di più del bel reportage di Masha Gessen sulla situazione ucraina (Internazionale 1551) è quello finale, in cui si racconta l’attività del parlamento – in un paese devastato dalla guerra – mentre esamina leggi come le unioni omosessuali e la legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico, che fanno parte di alcune condizioni da soddisfare per l’ingresso nell’Unione europea, insieme all’eliminazione della corruzione, al pluralismo nell’informazione, al rispetto delle minoranze. Quanti paesi, di recente o antica adesione comunitaria, che oggi sono comodamente seduti ai tavoli istituzionali, dovrebbero rispettare quelle condizioni? A cominciare dal nostro, ancora lontanissimo da ogni ipotesi di legislazione sui diritti civili, con livelli di corruzione tra apparati pubblici e privati tra i più alti, in Europa. E in cui i recenti fatti di gestione dell’ordine pubblico non sembrano discostarsi da quelli che osserviamo in paesi che consideriamo estranei ai princìpi democratici. Non c’è bisogno di scomodare l’Ungheria o la Polonia, basta guardarsi intorno.
Giorgio Massimetti

In copertina

◆ Grazie per aver creato un podcast per gli abbonati con l’articolo di copertina del settimanale. Io trovo più facilmente il tempo per ascoltare che per leggere. In questo modo riuscirò a godermi di più gli articoli della rivista.
Martina Bellan

Dare dignità alle lingue madri nella scuola

◆ L’articolo di Franco Lorenzoni sull’importanza di conservare le lingue madri a scuola (internazionale.it) è molto bello. Penso a quanto possa essere traumatizzante vivere in luoghi dove si è obbligati a parlare una lingua che non è la propria. Avere bambine e bambini di diverse lingue madri all’interno di una classe è una risorsa incredibile per sperimentare quanto sia potente la lingua e quanto sia meraviglioso entrare in contatto con suoni diversi che evocano altri mondi. Avere classi multietniche significa concedere alle nostre figlie e ai nostri figli la possibilità di sperimentare la bellezza del diverso, di cui non dobbiamo aver paura.
Emanuela

◆ Questo articolo è molto interessante, soprattutto per i docenti. Sicuramente nelle scuole si fanno delle attività a riguardo, ma forse si potrebbe fare di più. Una formazione continua dovrebbe includere anche temi simili che invece, mi pare, sono poco
proposti.
Laura Badino, maestra

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Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati