I nigeriani potranno permettersi il riso jollof a Natale? La domanda rimbalza sui mezzi d’informazione e sui social network in Nigeria, dove questo piatto di riso speziato, cotto in una salsa di pomodoro e cipolle, e accompagnato da carne o pesce, è molto apprezzato. In Nigeria il jollof rice è l’equivalente del cous­cous per il Maghreb, una specie di piatto nazionale dei giorni di festa. Ma è diventato anche il termometro dell’inflazione in un paese alle prese con una grave crisi economica. Dal 2015 la società di consulenza nigeriana Sbm Intelligence calcola il jollof rice index, registrando ogni mese in tredici mercati del paese i prezzi degli ingredienti, circa una decina, necessari a realizzare il piatto. Secondo gli ultimi dati, pubblicati il 23 novembre, il costo di questa specialità è più che triplicato in otto anni. Tra giugno e settembre del 2023, è aumentato del 5 per cento. Considerando solo il riso, il rincaro è del 12 per cento.

Poche proteine

La sicurezza alimentare è un problema antico nel paese più popoloso del continente africano, che da anni deve affrontare una situazione di instabilità generale. Con le riforme avviate dal governo del presidente Bola Tinubu, al potere da maggio, i nigeriani hanno dovuto stringere ancora di più la cinghia, in particolare per la liberalizzazione del tasso di cambio della valuta nazionale, la naira, e l’abolizione dei sussidi sui carburanti.

Queste misure erano state raccomandate dagli investitori internazionali per risolvere le storture dell’economia nigeriana e alleggerire le finanze pubbliche. Ma sono state dolorose. La naira è crollata, facendo salire a dismisura i prezzi dei prodotti importati. Il costo della benzina è triplicato, facendo lievitare anche quelli di trasporti ed elettricità, e indirettamente anche dei prodotti alimentari. “Queste politiche hanno avuto effetti negativi sul reddito delle famiglie e hanno reso i pasti molto più costosi”, sintetizza Glory Etim, l’analista che coordina il jollof rice index.

I dati ufficiali confermano le informazioni raccolte sui mercati. Secondo l’istituto nazionale di statistica, a ottobre l’inflazione ha raggiunto il 27,3 per cento su base annua e addirittura il 31,5 per cento se si tiene conto dei soli prodotti alimentari, cosa che non si era mai vista in vent’anni. Il costo dei trasporti in autobus è aumentato del 117 per cento. Il rischio, avverte la Banca mondiale, è l’impoverimento di un numero crescente di nigeriani, in un paese dove più di 80 milioni di persone, su una popolazione di 215 milioni, non ha i mezzi per sostenersi.

“Il problema principale per i nigeriani è la carenza di proteine. Le strategie tradizionali di sopravvivenza, come per esempio la ricerca di alimenti sostitutivi e la riduzione delle razioni, sono inefficaci”, si rammarica Etim. Una donna del nord­ovest del paese intervistata per l’indice conferma che, al posto delle uova, della carne o del pesce, “molte famiglie usano come condimento solo del gbeske (formaggio di soia) o del cavolo” .

Un’altra ricerca della Sbm Intelligence rivela che i nigeriani spendono in media il 97 per cento del loro reddito mensile per mangiare. Un numero sempre maggiore di famiglie fatica ad arrivare a fine mese e prende denaro in prestito a tassi proibitivi.

La crisi del potere d’acquisto suscita esasperazione nei confronti del governo, anche se per ora i nigeriani non sono ancora scesi in piazza per denunciare le misure di austerità e le disuguaglianze. A ottobre Tinubu è riuscito a disinnescare la minaccia di uno sciopero generale annunciando un aumento del salario minimo per alcune categorie di lavoratori meno qualificati. Tuttavia ci sono piccoli focolai di protesta in giro per il paese, e si discute molto nelle piazze e sui social.

Il 29 novembre Bola Tinubu, presentando la sua prima legge finanziaria, ha chiesto alla popolazione di avere pazienza, affermando che gli effetti negativi delle riforme non dureranno a lungo. Tuttavia “i prezzi dei prodotti alimentari continueranno ad aumentare ancora per un po’”, avverte Glory Etim.

E per molti nigeriani il jollof rice, per quanto amato, resterà solo un “piatto per le grandi occasioni”. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1541 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati