Per Birmingham è stato uno dei momenti peggiori della storia: mentre centinaia di persone protestavano davanti al municipio, l’amministrazione cittadina approvava il piano di tagli alla spesa pubblica più duro di sempre. Dopo aver dichiarato insolvenza nel settembre 2023, ha adottato un pacchetto di risparmi da trecento milioni di sterline (352 milioni di euro). Le tasse comunali aumenteranno di più del 20 per cento. Centinaia di dipendenti pubblici temono di perdere il posto. I finanziamenti alle attività culturali saranno probabilmente sospesi, come il servizio di scuolabus o i procedimenti contro i residenti che commettono infrazioni nella raccolta dei rifiuti. Il Partito laburista, che governa la città, ha parlato di un programma “devastante” e ha chiesto scusa ai cittadini. Gli errori commessi dall’amministrazione, in effetti, hanno contribuito all’insolvenza: il comune, per esempio, ha sottovalutato le conseguenze di una causa sulla parità salariale intentata da alcune ex dipendenti, finché la città ha dovuto pagare un risarcimento di 760 milioni di sterline (892 milioni di euro).

Birmingham non è un caso isolato. Dal 2018 sono già otto i comuni che hanno dichiarato insolvenza e sono stati costretti a tagliare i costi. Secondo la Local government association (Lga, l’associazione dei comuni), un decimo dei 317 comuni britannici è sull’orlo del fallimento.

Nel Regno Unito l’amministrazione è fortemente centralizzata e lascia poca autonomia finanziaria agli enti locali: la maggior parte dei bilanci comunali attinge a fondi del governo di Londra. Dopo la crisi finanziaria del 2008, tuttavia, il premier conservatore David Cameron impose tagli alla spesa pubblica a tutti i livelli. Oggi, considerata la precaria situazione del bilancio nazionale e la stagnazione economica, il governo di Rishi Sunak non ha molta voglia di salvare i comuni. Il 6 marzo il cancelliere dello scacchiere Jeremy Hunt ha presentato quello che probabilmente sarà l’ultimo bilancio prima delle elezioni politiche di quest’anno. Un ristretto spazio di manovra è stato sfruttato per tagliare del 2 per cento le tasse sugli stipendi. Questa misura, combinata a un taglio annuale delle tasse di 900 sterline pro capite annunciato nell’autunno 2023, dovrebbe aiutare i redditi medi. Ma questo regalo sarà finanziato aumentando altre tasse. Nel frattempo, inoltre, il governo ha chiesto ai comuni di tagliare le spese inutili. Come esempi di spreco ha citato i diversity training, cioè i corsi di formazione sulla diversità, e l’impiego di consulenti esterni. Shaun Davies, presidente della Lga, ha dichiarato che il dibattito sui diversity training distrae dai reali problemi dei comuni, che si trovano alle prese con spese record ed entrate basse.

Speculazioni immobiliari

Tuttavia Stuart Hoddinott, esperto del centro studi Institute for government, sostiene che i comuni sono caduti in rovina a causa delle loro scelte sbagliate. Dopo la crisi del 2008, per compensare i tagli al bilancio del governo centrale, Londra ha permesso ai comuni di prendere in prestito grandi somme da un fondo pubblico. Ma il comune di Woking ha perso due miliardi di sterline in avventurose speculazioni immobiliari, mentre gli amministratori di Thurrock si sono fatti truffare in un investimento nei pannelli solari.

Hoddinott parla anche di problemi strutturali. L’età media della popolazione sempre più alta, per esempio, fa salire le spese per le prestazioni assistenziali. Dal momento che la legge affida agli enti locali la cura degli anziani, dei disabili e dei bambini a rischio, i comuni devono fornire questi servizi anche in caso d’insolvenza. Secondo Hoddinott, dal 2022 l’inflazione ha fatto esplodere i costi dell’assistenza sociale, rendendo ancora più insostenibile la riduzione dei fondi provenienti dal governo centrale.

Questa situazione non c’entra molto con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, di cui non si vedono ancora i frutti promessi, come i finanziamenti aggiuntivi alla sanità. Pesano di più i mancati investimenti nelle infrastrutture, evidenti nello stato desolante in cui si trovano gli impianti per la gestione delle acque reflue, il sistema sanitario e le scuole. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 93. Compra questo numero | Abbonati