Il nuovo parlamento si è riunito per la prima volta il 9 gennaio, tre mesi dopo le elezioni di ottobre, e ha confermato per un secondo mandato alla presidenza dell’assemblea il sunnita Mohammed al Halbousi. È il primo passo per la formazione di un nuovo governo, scrive Al Mada. Il processo di selezione è stato interrotto dagli scontri tra blocchi politici rivali: i partiti filoiraniani sostenevano di avere la maggioranza in parlamento pur avendo perso le elezioni; mentre i deputati della corrente guidata dal leader sciita Moqtada al Sadr, che ha ottenuto il numero più alto di voti, si opponevano alla rivendicazione. Il presidente temporaneo dell’assemblea Mahmoud al Mashahadani, scelto perché a 73 anni è l’esponente più anziano, è stato ricoverato in seguito ai disordini. Ora il parlamento ha trenta giorni per eleggere il nuovo presidente del paese, che poi chiederà al blocco più ampio di formare un governo. La scelta del nuovo premier probabilmente sarà determinata da Al Sadr, la cui corrente è passata da 54 a 73 seggi (su 329) alle ultime elezioni. ◆
Avvio in salita
Denunce reali
La principessa saudita Basmah bint Saud ( nella foto ), sostenitrice dei diritti umani e critica nei confronti del cugino, il principe ereditario Mohammed bin Salman, è stata rilasciata l’8 gennaio insieme alla figlia Souhoud al Sharif. Erano state arrestate nel marzo 2019 e detenute per quasi tre anni senza un capo d’accusa, ricorda Al Bawaba. Le autorità hanno mantenuto il silenzio sull’arresto e sul rilascio. Per gli attivisti sauditi, la principessa è stata punita per aver denunciato la repressione dei dissidenti e le politiche contro le donne.
Intenzioni poco chiare
In occasione del Natale ortodosso, il 7 gennaio, il governo ha annunciato l’amnistia per 37 prigionieri politici, tra cui il leader oromo Jawar Mohammed e alcuni dirigenti del Fronte popolare di liberazione del Tigrai, come gesto di “riconciliazione nazionale”. Ma Al Jazeera mette in discussione le buone intenzioni del premier Abiy Ahmed . La notte del 7 gennaio un raid aereo ha ucciso 56 persone in un campo per sfollati a Dedebit, vicino al confine con l’Eritrea. Pochi giorni dopo 17 persone, in gran parte operaie di un mulino, sono state uccise da un drone a Mai Tsebri.
Il terrorismo dei banditi
Nello stato di Zamfara, nel nordovest della Nigeria, una serie di attacchi condotti da gruppi criminali armati ha causato la morte di duecento persone, e ne ha costrette altre mille ad abbandonare le loro case. Il quotidiano nigeriano Premium Times racconta che tra il 5 e il 6 gennaio centinaia di uomini armati a bordo di motociclette, che si presume siano associati al boss locale Bello Turji, hanno attaccato cinque villaggi nelle vicinanze di Anka, bruciando le case e uccidendo gli abitanti. Secondo alcune testimonianze, all’origine del massacro ci sarebbe stato lo scontro con un gruppo di autodifesa locale. Negli stessi giorni il governo federale di Abuja aveva deciso di assimilare ai terroristi i gruppi criminali – comunemente chiamati “banditi” – che imperversano nel nordovest del paese e si arricchiscono con i saccheggi, i rapimenti a scopo di riscatto (in particolare di studenti nelle scuole) e con i furti di bestiame. Questo comporterà pene più severe per loro e i loro complici.
Dure sanzioni contro la giunta
Il 9 gennaio la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cédéao) ha ordinato la chiusura delle frontiere con il Mali e ha proclamato un embargo contro il paese. La decisione è stata presa in risposta alla decisione della giunta guidata da Assimi Goita di cancellare le presidenziali e le legislative previste il 27 febbraio, che avrebbero dovuto sancire il ripristino delle istituzioni civili. Un ritorno che sarà posticipato al 2026. La Cédéao ha dato prova di fermezza, scrive Le Pays, perché vuole il ritorno all’ordine costituzionale. Ma altri fanno notare, continua il quotidiano, che a pagarne le conseguenze sarà soprattutto la popolazione civile, e non i militari al potere.
Uganda Le scuole hanno riaperto il 10 gennaio dopo essere rimaste chiuse per 83 settimane a causa della pandemia.
Burkina Faso L’11 gennaio sono stati arrestati otto militari, tra cui un colonnello molto critico verso il governo. Sono accusati di aver organizzato un golpe.
Egitto Il 10 gennaio il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha chiesto al governo italiano di fare pressioni sull’Egitto per informare del processo a loro carico i quattro esponenti dei servizi di sicurezza egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni al Cairo nel 2016. La prossima udienza è fissata per l’11 aprile.
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