30 gennaio 2015 20:07

Dopo ore di trattative estenuanti e continue intorno all’aula di Montecitorio, in serata è arrivato un segnale di apertura da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi, un gesto di galanteria da parte di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico e offre agli avversari una via d’uscita dignitosa. Renzi affida alle agenzie una dichiarazione, un appello affinché la candidatura di Sergio Mattarella non sia solo la candidatura del Partito democratico e del centrosinistra, ma quella di tutti gli schieramenti che ne riconoscono il valore.

“Non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Sergio Mattarella, presidente della repubblica di tutti gli italiani, si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia”, ha detto Matteo Renzi.

La giornalista Serenella Ronda dell’Agi sostiene che siano stati proprio i parlamentari del Nuovo centrodestra e dell’Unione di centro a chiedere a Renzi di fare un gesto affinché la candidatura di Mattarella potesse essere abbracciata in ultimo anche dall’area popolare (Ncd e Udc) e da Forza Italia, con un’inversione di marcia rispetto a quanto sostenuto nelle ultime ore. “Area popolare ha chiesto a Renzi di fare un appello formale che dica: ‘Mattarella è il garante delle riforme, una sorta di Napolitano bis’. È un escamotage anche per ricomprendere Forza Italia e il Nuovo centrodestra”, afferma Ronda. La giornalista dell’Agi spiega che in serata si sono incontrati i vertici di Forza Italia e di Area popolare, erano presenti Denis Verdini, Gianni Letta, Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa. “Dopo questa riunione Alfano ha incontrato Renzi. Con una parola: c’è un’apertura a convergere sul nome di Mattarella da parte di Area popolare, e anche da parte di Forza Italia c’è una disponibilità a riflettere”, racconta la giornalista.

Il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello lasciando l’aula ha confermato ai giornalisti questa apertura, in serata Forza Italia e Nuovo centrodestra si incontreranno di nuovo per decidere la posizione da tenere nella quarta votazione per l’elezione del presidente della repubblica. I senatori e deputati del Partito democratico sembrano rassicurati da quello che è successo nelle ultime ore.

“Penso che dopo questo appello di Renzi arriverà un’apertura di Alfano. Non poteva essere altrimenti”, commenta Pierluigi Castagnetti. “Non era possibile che un ministro dell’interno non votasse il candidato presidente della repubblica”, continua.

“È stato un appello molto saggio”, afferma Nicola Latorre del Pd e “come tutti gli appelli di questo genere sortirà in qualche effetto”. “Spero che lo leggano tutti”, chiude serafico Giuseppe Fioroni.

Intanto prima delle 19 si è chiusa la terza votazione con un nuovo nulla di fatto, ma il balletto della politica ha fatto il suo corso e Sergio Mattarella è un passo più vicino al Quirinale.

Annalisa Camilli, Internazionale

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