21 aprile 2015 18:53

La decisione del Partito democratico (Pd) di sostituire dieci deputati nella commissione affari costituzionali, tutti appartenenti alla minoranza del partito, ha scatenato molte polemiche. Anche Forza Italia e Sel hanno deciso di non partecipare ai lavori della commissione, in aperto contrasto con la decisione del governo di andare avanti nonostante il dissenso della minoranza del Pd e dei partiti di opposizione.

La stessa decisione era stata presa ieri dal Movimento 5 stelle, mentre Scelta civica ha detto che resterà in commissione per “difendere gli emendamenti” presentati. La sostituzione dei dieci deputati, operata sulla base dell’articolo 19 del regolamento della camera, appare, per numero, senza precedenti. Sono stati sostituiti Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Gianni Cuperlo, Enzo Lattuca, Alfredo D’Attorre, Andrea Giorgis, Barbara Pollastrini, Roberta Agostini, Marco Meloni e Camilla Fabbri. Tutti avevano manifestato un aperto dissenso verso la riforma elettorale voluta dal presidente del consiglio Matteo Renzi.

Il presidente del consiglio su Facebook ha detto che andrà avanti nonostante tutto: “Da anni diciamo che è una priorità cambiare la legge elettorale. Fermarsi oggi significherebbe consegnare l’intera classe politica alla palude e dire che anche noi siamo uguali a tutti quelli che in questi anni si sono fermati prima del traguardo. Ma no, noi non siamo così. Avanti, su tutto!”.

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