05 maggio 2015 15:34

È prevista per oggi l’approvazione di un progetto di legge sui servizi segreti in Francia. Il testo, fortemente criticato dalla società civile per il suo carattere intrusivo, ha l’obiettivo di strutturare le pratiche dei servizi segreti, rendendo legali alcune tecniche che finora non lo erano. La legge principale che inquadra da un punto di vista giuridico le attività dei servizi segreti risale al 1991. Un suo aggiornamento, che tenga conto delle nuove tecniche e delle nuove minacce, si è reso necessario soprattutto dopo gli attentati alla redazione del settimanale Charlie Hebdo.

Il nuovo progetto è stato al centro del dibattito per qualche mese, dopo che un testo precedente è stato votato alla fine del 2014. Ecco quali sono punti principali del progetto di legge e perché sono criticati.

Definizione degli obiettivi dei servizi
Nel testo si enunciano gli ambiti in cui i servizi segreti possono giustificare la loro sorveglianza. Si tratta, in particolare, di “indipendenza nazionale, integrità del territorio, difesa del paese e prevenzione del terrorismo”. Ma altre formulazioni più ampie, come “interessi maggiori della politica estera”, “prevenzione degli attacchi alla forma repubblicana delle istituzioni” e della “criminalità e della delinquenza organizzata”, hanno sollevato le critiche di chi teme che la legge possa essere usata per mettere sotto sorveglianza attivisti, giornalisti e manifestanti.

La commissione di controllo
Il controllo della sorveglianza sarà affidato a una nuova autorità amministrativa indipendente, composta da sei magistrati del consiglio di stato e della corte di cassazione, da tre deputati e tre senatori della maggioranza e dell’opposizione e da un esperto. Il parere della corte non sarà vincolante, ma potrà appellarsi al consiglio di stato se riterrà che la legge non sia stata rispettata e avrà il potere di ordinare un’inchiesta. I detrattori sostengono che il potere di controllo di questa commissione non potrà compensare il ruolo preponderante del primo ministro, che può avere l’ultima parola.

Attività su internet
Uno dei punti più contestati del progetto di legge prevede la possibilità di costringere i provider a “individuare una minaccia terroristica” sulla base di un dispositivo che consentirà di rintracciare in tempo reale le persone che conducono su internet un’attività tipica degli “schemi” usati dai terroristi per trasmettere informazioni. I critici, tra cui la Commission nationale informatique et libertés (Cnil), l’autorità sulla privacy francese, sostengono che sia a rischio l’anonimato degli utenti.

Sorveglianza elettronica
La sorveglianza dei meta dati sarà usata anche per individuare nuovi profili di potenziali terroristi. Inoltre la legge consentirà di estendere la sorveglianza elettronica a tutte le persone in contatto con individui già sospettati.

Nuovi metodi di raccolta dati
In seguito all’autorizzazione della commissione di controllo, i servizi potranno installare microfoni in un luogo o all’interno di un computer. La legge introduce anche misure di sorveglianza internazionale, sebbene le procedure saranno alleggerite nel caso in cui uno dei due individui coinvolti nella conversazione si trovi all’estero.

Un nuovo registro
Sarà creato un registro giudiziario nazionale automatizzato degli autori di reati terroristici, in cui i dati potranno essere conservati fino a vent’anni. Vi saranno inseriti i nomi delle persone che sono state condannate o in attesa di appello. I dati riguardanti i minorenni potranno essere conservati per un massimo di dieci anni.

Servizi segreti nelle carceri
In alcune condizioni stabilite per decreto, i servizi segreti penitenziari potranno usare le tecniche legalizzate dal progetto di legge. A sostenere questa misura sono soprattutto i parlamentari di destra, mentre la prima a criticarla è stata la ministra della giustizia Christiane Taubira, secondo la quale i servizi segreti penitenziari saranno snaturati e trasformati in veri e propri servizi segreti.

La conservazione dei dati
La Cnil ha chiesto di avere controllo sugli archivi dove saranno inseriti i dati raccolti. Inizialmente il progetto di legge prevedeva che i limiti della conservazione di questi dati fossero fissati per decreto, ma in seguito è stata inserita una clausola in base alla quale potranno essere conservati per un massimo di cinque anni.

Protezione delle denunce
La legge prevede anche una forma di protezione per gli agenti che denunceranno eventuali irregolarità. Potranno rivolgersi alla commissione di controllo, cui possono fornire prove e sarà vietata qualunque misura di ritorsione contro di loro.

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