23 giugno 2015 15:53
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I ministri degli esteri di Russia, Ucraina, Francia e Germania si riuniscono in serata a Parigi per fare il punto sulla realizzazione degli accordi di pace di Minsk in Ucraina, mentre sul terreno, ancora oggi, ci sono stati quattro morti. L’incontro si svolge nella capitale francese all’indomani del prolungamento fino al gennaio del 2016 delle sanzioni europee contro la Russia proprio in relazione alla crisi ucraina.

Il conflitto ha già causato 6.400 morti dall’aprile del 2014. La missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha riferito dell’intensificarsi dei combattimenti nel fine settimana: “In due giorni abbiamo registrato più di 500 esplosioni provocate da colpi di artiglieria e di mortaio” vicino a Donetsk, ha riferito la missione. L’Osce ha anche denunciato una recrudescenza delle violazioni del cessate il fuoco nelle zone vicino a Mariupol, ultima grande città della zona in conflitto ancora sotto il controllo delle autorità di Kiev.

Nonostante la tregua decisa il 15 febbraio, dopo la firma degli accordi di pace di Minsk, nell’est dell’Ucraina c’è stata una ripresa delle violenze dall’inizio di giugno, quando i separatisti hanno scatenato un’offensiva su Mariinka, una località rimasta sotto il controllo delle forze governative a una ventina di chilometri da Donetsk. I responsabili delle diplomazie russa, ucraina, francese e tedesco faranno il punto sulla situazione e sugli esiti degli accordi di pace, dopo l’ultimo incontro simile che si era tenuto a Berlino alla metà di aprile. In contemporanea, a Minsk, si terrà una riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina di cui fanno parte Mosca, Kiev e l’Osce e i separatisti filorussi, in presenza del nuovo inviato speciale dell’Osce, l’austriaco Martin Sajdik.

Alla vigilia dell’incontro di Parigi, c’è stata una videoconferenza tra il presidente francese François Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin, in cui i primi due hanno espresso preoccupazione sulle violazioni del cessate il fuoco e l’insufficienza dei progressi sul terreno, mentre il Cremlino ha attribuito a Kiev la responsabilità del proseguimento del conflitto. Nel frattempo, dopo l’annuncio del prolungamento delle sanzioni dell’Unione europea non si sono fatte attendere le reazioni russe.

Il capo di gabinetto di Putin, Sergey Ivanov ha denunciato la tempistica della decisione, accusando l’Unione europea di aver fatto l’annuncio proprio il 22 giugno, in concomitanza con il giorno della memoria e del cordoglio, in cui la Russia ricorda le vittime della seconda guerra mondiale. Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha confermato che la Russia estenderà le controsanzioni sulla maggior parte dei prodotti agricoli europei, in nome del “principio di reciprocità”.

“Siamo profondamente dispiaciuti che ancora una volta l’opinione della lobby russofobica abbia contato sulla decisione di estendere queste restrizioni illegali, prevalendo nell’Unione europea” ha commentato il portavoce del ministero degli esteri russo, Aleksandr Lukashevich. Secondo lui, “a Bruxelles si tengono le bocche cucite sul fatto che queste misure saranno seguite dalla perdita dei posti di lavoro per centinaia di migliaia, se non milioni, di europei”.

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