01 luglio 2015 12:11

Il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, la massima istituzione legislativa cinese, ha approvato una nuova legge sulla sicurezza nazionale.

L’obiettivo primario del provvedimento è di “proteggere gli interessi fondamentali del popolo”, scrive l’agenzia di stampa governativa Xinhua in un breve comunicato. Ma, avvertono gli analisti, la legge definisce la sicurezza nazionale in termini molto vasti – spaziando dalla finanza alla politica, dalla difesa alla sicurezza informatica, dall’ideologia alla religione – in modo da lasciare spazio a un ulteriore inasprimento del controllo e della repressione da parte di Pechino. “Praticamente ogni aspetto della vita sociale ed economica può essere considerato una questione di sicurezza nazionale, e quindi la legge dà alle istituzioni il mandato di intervenire”, spiega un’esperta di diritto cinese a Business Insider.

Era stato proprio il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, che presiede anche la Commissione per la sicurezza nazionale, a sottolineare la necessità per la Cina di dotarsi di una legge “onnicomprensiva”.

Imprenditori e diplomatici stranieri hanno criticato la legge, denunciandone la vastità di applicazione e la mancanza di chiarezza. Secondo il Washington Post, più di quaranta associazioni di industriali e gruppi d’interesse statunitensi hanno scritto una lettera all’Assemblea nazionale del popolo in cui scrivono che le nuove regole potrebbero danneggiare le attività di diversi operatori stranieri sul territorio cinese, comprese le organizzazioni non governative.

La nuova legge, inoltre, sottolinea il South China Morning Post, potrebbe limitare l’autonomia delle amministrazioni a statuto speciale, in particolare di Hong Kong, che oggi celebra il trasferimento di sovranità dal Regno Unito alla Cina. Per l’occasione è attesa una grande manifestazione a favore della democrazia e contro le ingerenze di Pechino negli affari interni alla città.

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