05 luglio 2015 15:02
Graffiti fatti dai caschi blu dell’Onu in una ex fabbrica usata come caserma nella zona di sicurezza delle Nazioni Unite a Potočari, in Bosnia Erzegovina. (Dado Ruvic, Reuters/Contrasto)

A vent’anni dal massacro di ottomila bosniaci di religione musulmana a Srebrenica si continuano a seppellire le vittime. Nel cimitero di Potočari sono cominciati i preparativi per seppellire 136 vittime, di cui 18 minorenni, accanto alle 6.241 già tumulate.

Ogni anno l’11 luglio, anniversario della strage, vengono seppellite le vittime esumate dalle fosse comuni. Le 136 vittime sono state identificate nel corso del 2014. L’ultimo a essere identificato è stato Sasa Hidic, fucilato nel villaggio di Pilice insieme ad altri 1.200 prigionieri musulmani di Srebrenica.

Sasa aveva trent’anni.
 Solo sedici anni avevano invece Lutvo Malagic, Hamed Mehic, Almir Mujanovic, Almaz Hasanovic, Sifet Mehanovic, Salih Mehmedovic e Dzemal Hasanovic che verranno sepolti l’11 luglio accanto ai loro padri.

 Degli 8.372 dispersi, scomparsi in soli cinque giorni nel luglio 1995, sono stati finora esumati, da un’ottantina di fosse comuni, i resti di 7.057 bosniaci di fede musulmana, trucidati dalle truppe serbobosniache comandate dal generale Ratko Mladić, attualmente sotto processo al Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) con l’accusa di genocidio e crimini di guerra e contro l’umanità.

La maggior parte delle fosse comuni di Srebrenica sono dette “secondarie”, perché alla fine della guerra (1992-95), i cadaveri furono trasferiti dai militari e poliziotti serbobosniaci nel tentativo di occultare le prove del massacro.

La strage di Srebrenica

Nel luglio del 1995 a Srebrenica, una città nell’est della Bosnia Erzegovina, i soldati serbobosniaci guidati dal generale Ratko Mladić hanno massacrato circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana. La città, che era stata dichiarata zona di sicurezza delle Nazioni Unite, fu conquistata l’11 luglio, nonostante la presenza di un contingente di caschi blu olandesi.

Quello di Srebrenica è il più grave massacro avvenuto in Europa dalla seconda guerra mondiale, ed è considerato dalla giustizia internazionale un atto di genocidio. La tragedia avvenne nel corso della guerra in Bosnia Erzegovina, cominciata alla fine di marzo del 1992.

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