28 agosto 2015 18:44

Il Mediterraneo. Quest’anno il numero di migranti che hanno attraversato il Mediterraneo ha già superato i 300mila, tra cui circa 200mila arrivati in Grecia e 110mila in Italia. In tutto il 2014 hanno raggiunto l’Europa sulle stesse rotte circa 219mila persone. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha calcolato che dall’inizio del 2015 già 2.500 migranti sono morti o scomparsi nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Questa cifra non tiene ancora conto degli ultimi naufragi avvenuti al largo della città libica di Zuwara, il cui bilancio non è ancora confermato. In tutto il 2014 i morti e dispersi sono stati circa 3.500.

  • La guardia costiera libica ieri è stata protagonista di due operazioni di soccorso, sette miglia al largo della città portuale di Zuwara. Due imbarcazioni con a bordo circa 500 migranti sono state intercettate e i superstiti sono stati portati a riva in Libia. Si ritiene che circa 200 persone siano ancora disperse, ma si teme che siano morte. Un numero ancora imprecisato di corpi sono stati recuperati e portati a riva. L’organizzazione umanitaria Mezzaluna rossa libica ha aiutato nel recupero delle salme.
  • Mercoledì 26 agosto i marinai svedesi della Poseidon hanno soccorso un barcone al largo della costa libica, trovando 52 persone morte soffocate nella stiva. Sempre mercoledì, un gommone con a bordo circa 145 migranti ha avuto un incidente. Alcune persone sono cadute in mare e nella ressa che ne è seguita tre donne sono morte schiacciate. Tra i profughi caduti in acqua, 18 mancano ancora all’appello e si teme che siano morti. I sopravvissuti sono stati salvati e portati a Lampedusa. La maggior parte dei sopravvissuti – riferisce l’Unhcr – è in condizioni critiche e presenta segni di shock, ferite e contusioni.
  • La settimana scorsa (15 agosto), i corpi di 49 migranti sono stati ritrovati nella stiva di un’altra barca. Si pensa che siano morti per le inalazioni di fumi velenosi.

La rotta dei Balcani. Settantuno corpi di migranti sono stati trovati ieri all’interno di un camion abbandonato sull’autostrada vicino al confine tra Austria e Ungheria. La polizia austriaca ritiene che il camion venisse dall’Ungheria e che sia entrato in Austria mercoledì notte o giovedì mattina presto e che le vittime siano morte uno o due giorni prima. Tra le vittime c’erano 59 uomini, otto donne e quattro bambini. Tutti erano probabilmente morti già da due giorni per soffocamento.

  • Questa settimana la polizia di frontiera ungherese ha intercettato ogni giorno più di duemila persone che attraversavano la frontiera dalla Serbia. Mercoledì 26 agosto la polizia ha riferito di 3.241 nuovi arrivi, tra cui 700 bambini: quest’anno si tratta del numero più alto di arrivi in un solo giorno. Queste persone, in maggioranza siriani, arrivano in grandi gruppi di più di 200, camminando lungo i binari o strisciando sotto il filo spinato, dato che stanno continuando i lavori per costruire un lungo muro di 175 chilometri al confine tra Ungheria e Serbia.
  • La polizia porta i nuovi arrivati ad un centro di preregistrazione a Röszke, nell’Ungheria meridionale, vicino al confine con la Serbia e a circa 184 chilometri di distanza dalla capitale, Budapest. A Röszke, i nuovi arrivati vengono fermati dalla polizia e i loro dati registrati, prima di essere mandati nei centri di registrazione più all’interno. I richiedenti asilo sono tenuti in detenzione obbligatoria per circa 12–36 ore, e poi consegnati all’Ufficio immigrazione e nazionalità per elaborare le loro domande di asilo.
  • Secondo le stime ufficiali, finora quest’anno oltre 140mila persone hanno fatto richiesta di asilo in Ungheria, rispetto alle 42mila lo scorso anno. La maggior parte dei richiedenti asilo proviene da Siria, Afghanistan, Iraq e Pakistan, tra cui circa settemila minori non accompagnati o separati dai propri genitori.

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