02 febbraio 2016 18:23
  1. Ted Cruz ha riportato Donald Trump con i piedi per terra. Per la prima volta le dure regole della campagna elettorale si sono applicate al magnate statunitense, commenta la Cnn: la forza organizzativa di Cruz, la sua ben finanziata campagna e il saper vendere le sue idee gli hanno assicurato la vittoria in Iowa. Nel primo discorso dopo la vittoria ha spiegato il suo programma alla luce del Salmo 30: “Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia”. Lui aveva già annunciato il suo programma in caso di vittoria. La prima cosa che farebbe, una volta entrato alla Casa Bianca, sarebbe “cancellare ogni azione esecutiva illegale di Obama”. La seconda, chiedere al dipartimento della giustizia di rivedere il programma statale di pianificazione familiare. Quella di quest’anno sarà quindi la campagna elettorale dell’estrema destra evangelica, come mai prima d’ora, scrive The Nation. Sulla strada di Cruz si trova ora il New Hampshire, dove Trump ha un vantaggio più netto nei sondaggi e dove i candidati più istituzionali come Marco Rubio sono più graditi agli elettori repubblicani.
  2. Trump non ha preso abbastanza voti. Donald Trump sarà forse il più grande spettacolo della politica, ma questo non si è tradotto in voti. Parte della sconfitta è dovuta al voto dei cristiani evangelici: Cruz ha ottenuto un terzo dei loro voti, mentre Trump e Rubio appena il 20 per cento ciascuno.
  3. Hillary Clinton sopravvive e avanza. Forse la sua è solo una vittoria virtuale, visto che di fatto ha ottenuto un pareggio con Bernie Sanders. Ma l’ex segretaria di stato ha ottenuto qualcosa d’importante: ha evitato lo scenario in cui Sanders lascia l’Iowa non solo con un vantaggio nei sondaggi ma anche con impeto. Se Sanders avesse sconfitto Clinton con un largo margine, lei avrebbe dovuto affrontare la prospettiva di una sconfitta anche nel secondo scontro, lanciando un segnale d’allarme per elettori e finanziatori. Sanders ha ottenuto il voto dei giovani, ma la forza di Clinton tra gli anziani e le donne basta a pareggiare l’entusiasmo dei sostenitori di Sanders, continua Eric Bradner sulla Cnn.
  4. Bernie Sanders ha capito il trucco. Sanders ha il look di un fisico settantenne finito in una galleria del vento, scrive Politico. Ma - come Cruz - ha capito che la politica della lamentela è quella vincente. Sanders non è Lincoln, ma il suo discorso incentrato su temi come la disuguaglianza di reddito è abbastanza semplice per risultare seducente per qualsiasi progressista.
  5. È il momento di Marco Rubio. Rubio sarà anche arrivato terzo nei risultati, ma ha chiaramente vinto la partita dal punto di vista delle aspettative, scrive la Cnn. Ottenendo il 23 per cento dei voti sfiora Trump per il secondo posto. Ha mostrato di poter competere contro Cruz e ha effettivamente conquistato i repubblicani delle periferie. Ted Cruz ha sconfitto Trump, ma Marco Rubio potrebbe rivelarsi il vincitore a lungo termine. Fino all’Iowa, era un prodigio della politica privo di radici elettorali, un eterno numero tre. Ora è numero tre con un colpo in canna e si afferma come il repubblicano con il maggior potenziale elettorale, conclude Politico.

Ora si guarda al New Hampshire, dove le primarie si terranno il 9 febbraio. Anche se Clinton – con spirito pragmatico, conoscendo la popolarità di Sanders in questo stato – ha già spostato forze e denaro in Nevada e South Carolina, dove la vittoria sarà faticosa ma importante.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it