13 febbraio 2016 10:51

I due candidati che il 14 febbraio si contenderanno la presidenza della Repubblica Centrafricana hanno più di un punto in comune. Cinquantottenni entrambi, Anicet Georges Dologuélé e Faustin Archange Touadéra condividono un’esperienza da primo ministro e una fama di lavoratori piuttosto discreti.

Arrivato in testa al primo turno del 30 dicembre con il 23,78 per cento delle preferenze, Dologuélé è indubbiamente il più noto dei due, sia in patria sia all’estero.

I suoi detrattori gli rimproverano di aver trascorso, in questi ultimi anni, più tempo a Parigi, dove gestisce uno studio di consulenza, che a Bangui. Quasi a volerli zittire, durante la campagna elettorale il candidato ha percorso le zone più remote del paese, con un grande sforzo di comunicazione, e i suoi manifesti hanno invaso la capitale.

Ma quest’economista di formazione deve gran parte della sua buona reputazione all’immagine di uomo onesto che si è creato con la sua gestione rigorosa della cosa pubblica quando era il primo ministro di Ange-Félix Patassé, tra il 1999 e il 2001.

Durante il suo incarico da primo ministro ha avviato numerosi lavori di ristrutturazione degli edifici pubblici, in particolare scolastici. Può inoltre fare affidamento sul suo aspetto rassicurante, con spalle larghe, un viso dolce costantemente evidenziato dai suoi occhiali quadrati e una voce calma che di rado si lascia prendere dal trasporto.

Le priorità di Dologuelé sono ripristinare la sicurezza e la giustizia, in modo da attirare investimenti privati e creare posti di lavoro

Dologuelé ha lasciato il governo nel 2001 per diventare direttore della Banca di sviluppo degli stati d’Africa centrale (Bdeac), dove è restato fino al 2010. Tornato nel suo paese dopo una lunga assenza, ha fondato nel 2013 l’Unione per il rinnovamento centroafricano (Urca). È la prima volta che si candida a delle elezioni.

L’economia è il suo cavallo di battaglia. Le sue priorità sono ripristinare la sicurezza e la giustizia in Repubblica Centrafricana, in modo da attirare investimenti privati e creare posti di lavoro, sostiene, sottolineando che le crisi che scuotono il paese dai tempi della sua indipendenza nel 1960 sono principalmente causate dall’estrema povertà dei suoi abitanti.

Al primo turno, ha goduto di un sostegno ufficiale di peso, quello del partito dell’ex presidente François Bozizé (deposto nel 2013 ed escluso dal voto da sanzioni internazionali), il Kwa Na Kna (Knk), le cui roccaforti a Bangui e nell’ovest sono tra le zone più popolose del paese.

Il secondo arrivato

Ancor più discreto, Faustin Archange Touaderà è arrivato secondo (con il 19,42 per cento dei voti) presentandosi come candidato indipendente e tra la sorpresa generale.

Pur essendo stato l’ultimo primo ministro di Bozizé (tra il 2008 e il 2013) e detenendo il record di longevità sotto l’ex presidente, non ha goduto di alcun sostegno ufficiale da parte del Knk.

Ma gli ottimi risultati ottenuti nei feudi di Bozizé nell’ovest mostrano che ha beneficiato del sostegno di una parte importante del suo elettorato tradizionale, nonostante le direttive del partito, e gli sono valsi il soprannome di “candidato del popolo”.

Da dove gli viene questa popolarità? I dipendenti statali gli devono innanzitutto la bancarizzazione dei loro salari dopo decenni di rinvii che li avevano costretti a indebitarsi pesantemente, a causa dei ripetuti ritardi nei pagamenti, dei bonus non pagati e così via. “Sarà ricordato come quello che ha pagato gli stipendi ai dipendenti statali e per questo è molto apprezzato”, sottolinea una fonte diplomatica a Bangui.

Sul piano politico Touadéra ha portato avanti un dialogo che ha riunito a Bangui, alla fine del 2008, il potere, l’opposizione, la società civile e i movimenti ribelli e alla fine del quale sono stati firmati vari accordi di pace con i gruppi in rivolta.

Naturalmente discreto e modesto, ha la reputazione di grande lavoratore. D’altronde, quando era primo ministro, non ha mai smesso d’insegnare all’università di Bangui.

Professore di matematica, diplomato alle università di Lille 1 (Francia) e di Yaoundé (Camerun), dove ha ottenuto un dottorato, l’accademico ha insegnato a lungo alla Scuola normale superiore (Ens) di Bangui, prima di diventare rettore dell’università di Bangui nel 2005.

Una fonte a lui vicina sostiene che “non è lui che è corso verso la politica. Semmai è la politica che gli è andata incontro per sfruttare le sue qualità”.

I due avversari godono di sostegni politici importanti. Dologuélé ha ottenuto quello di Désiré Nzanga Kolingba, arrivato terzo al primo turno con il 12,04 per cento delle preferenze. Ma è Touaderà a godere del sostegno più ampio: oltre a Martiz Ziguélé, arrivato quarto al primo turno (11,43 per cento), 21 candidati sui trenta in corsa a dicembre si sono pronunciati a suo favore.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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