09 maggio 2016 11:36

Vivere a Tripoli significa tante cose. In questo periodo, per esempio, è impossibile sfuggire alle file, da quando esci di casa al mattino fino a quando torni la sera. Che tu voglia ottenere un passaporto, comprare del pane o incassare il tuo salario, a meno di non conoscere qualcuno che conosce qualcun altro che potrebbe aiutarti, non aspettarti che l’impresa possa svolgersi senza intoppi. Dovrai aspettare in file affollate per ore, poi andare a casa, tornare il giorno dopo e così via finché non ce l’avrai fatta. E anche a quel punto, tornerai il giorno dopo perché la piccola somma che sei riuscito a ritirare sparirà immediatamente a causa dei debiti che devi saldare. Viviamo così da qualche mese.

Ogni giorno ci sono persone che aspettano davanti alla banca nella speranza di avere finalmente fortuna e di poter ritirare una cifra qualsiasi, e visto che trascorriamo tanto tempo in piedi, nell’attesa, per distrarci e ridere della situazione, abbiamo cominciato a farci delle foto e a condividerle sui social. Naturalmente le postiamo nelle ore in cui possiamo godere del lusso dell’elettricità, tenendo ben presente il motto della General electricity company: “Sii come una farfalla, bella da vedere, difficile da acchiappare”.

Il governo ha annunciato e condiviso foto che documentano il ricevimento di banconote appena coniate giunte all’aeroporto di Tripoli dal Regno Unito, dove sono state stampate nell’ambito di un ordine di 116 miliardi fatto nel 2013. La consegna dovrebbe essere completata entro la fine di giugno (secondo la Banca centrale con sede a Tripoli). La domanda è: sarà sufficiente per risolvere la crisi di liquidità?

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo diario fa parte di una serie di articoli scritti da Khalifa Abo Khraisse per Internazionale.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it