13 maggio 2016 12:04

Narra la leggenda che molti secoli fa, quando la Libia era divisa tra i cartaginesi a ovest e i cirenaici greci a est, i due popoli avessero concordato di definire la loro frontiera con un metodo insolito. Ognuno di loro avrebbe dovuto scegliere dei corridori che avrebbero cominciato a correre l’uno verso l’altro alla stessa ora dello stesso giorno. Il loro punto di incontro avrebbe segnato il confine tra le due nazioni.

Gli occidentali (Cartagine) scelsero i due fratelli Fileni, che erano più veloci e realizzarono un ottimo tempo. Invece i corridori orientali (Cirene) erano pigri e non furono in grado di muoversi con la stessa rapidità. Quando i corridori si incontrarono, i cirenaici non accettarono il risultato, accusarono i Fileni di aver imbrogliato e si rifiutarono di onorare il patto. Misero così i due fratelli cartaginesi di fronte a una scelta difficile: accettare di essere sepolti vivi sul posto segnando il confine con le loro tombe, o consentire ai cirenaici di avanzare a loro piacimento verso ovest. I fratelli Fileni accettarono la prima opzione.

Un’illustrazione d’epoca dell’Arco dei Fileni. (Khalifa Abo Khraisse)

I cartaginesi costruirono due altari sulla tomba. Sulle rovine di quegli altari fu poi eretto un arco di marmo, inaugurato ufficialmente da Mussolini nel 1937. L’arco fu collocato tra Ras Lanuf e Al Uqaylah per segnare il confine tra le due province della Tripolitania e della Cirenaica, e fu fatto saltare in aria da Gheddafi nel 1970.

La storia si ripete inesorabilmente, e adesso i corridori del generale Khalifa Haftar si muovono da oriente verso Sirte, la roccaforte del gruppo Stato islamico, mentre da occidente le brigate di Misurata avanzano anch’esse verso Sirte. Sono molti i fattori da tenere in considerazione in questa situazione, e forse il più importante è l’assenza di coordinamento tra le forze armate libiche.

Il primo ministro del governo di unità nazionale Fayez al Sarraj ha avvertito che “un’offensiva non coordinata potrebbe condurre alla guerra civile” e che “la battaglia a Sirte contro il gruppo Stato islamico sarà uno scontro tra queste forze armate”. I suoi ministri, ha aggiunto, hanno cominciato a stabilire accordi di sicurezza con l’esercito per liberare Sirte e stanno cercando di organizzare un coordinamento operativo congiunto a livello nazionale.

Ma se i nuovi corridori libici dovessero concordare di non concordare, quanti cadaveri segneranno il luogo in cui sorgerà il nuovo arco?

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo diario fa parte di una serie di articoli scritti da Khalifa Abo Khraisse per Internazionale.

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