04 agosto 2016 10:55

Alcune sorprese importanti, oltre a diverse conferme, caratterizzano il rimpasto di governo deciso il 3 agosto dal primo ministro giapponese Shinzo Abe, al potere dal dicembre 2012.

La scelta più controversa è stata senza dubbio la nomina della conservatrice Tomomi Inada come ministra della difesa. A 57 anni, ex quadro del Partito liberaldemocratico ed ex ministra, Inada sostituisce Gen Nakatani.

Tomomi Inada è la seconda donna alla difesa dopo Yuriko Koike, eletta di recente governatrice di Tokyo. Si tratta di una fedele alleata di Abe che condivide le sue idee sulla possibilità di modificare la costituzione pacifista votata nel novembre 1946 ed entrata in vigore nel maggio 1947. Alcuni progetti di legge proposti dal primo ministro, e duramente criticati dalle opposizioni, mirano a rafforzare il ruolo militare del Giappone che, in virtù dell’articolo 9 della costituzione, aveva deciso di “rinunciare per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione (…) o all’uso della forza come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali”.

La nuova ministra della difesa è anche criticata per aver visitato il mausoleo di Yasukuni a Tokyo, che onora tra gli altri i criminali di guerra. Questo luogo è considerato un simbolo del passato militarismo giapponese.

Il nuovo governo
Tra gli altri politici che entreranno a far parte del governo figurano Hiroshige Seko, nominato ministro del commercio e dell’industria, Katsutoshi Kaneda alla giustizia e Yosuke Tsuruho al ministero per Okinawa e i territori del nord. A Okinawa, intanto, la popolazione protesta con forza contro lo spostamento di una base militare statunitense.

Il ministro delle finanze e viceprimo ministro Taro Aso, rimane invece al suo posto, così come il ministro degli esteri Fumio Kishida e il segretario generale (e portavoce del governo) Yoshihide Suga, tutte personalità importanti del governo Abe da più di tre anni. Anche il ministro per la ripresa economica Nobutero Ishihara conserva il suo portafoglio.

Abe inoltre dovrebbe annunciare dei cambiamenti nei vertici della sua formazione politica, designando Toshihiro Nikai come segretario generale del Partito liberaldemocratico.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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