29 settembre 2016 19:25

1. Dream out loud
Stedelijk museum, Amsterdam fino al 1 gennaio

La mostra collettiva Dream out loud è stata allestita in concomitanza con la chiamata biennale che lo Stedelijk lancia ai giovani designer dei Paesi Bassi, chiedendo di presentare novità di ogni settore, in vista di nuove acquisizioni. Quest’anno sono arrivate 350 proposte. La giuria ha selezionato 26 opere di designer con meno di 35 anni che condividono la sensibilità ai problemi ambientali, familiarità con le nuove tecnologie e capacità di usare qualsiasi materiale. Questa nuova generazione di designer usa l’immaginazione per inventare oggetti futuri che combinano tecnologia e fantasia: il Fairphone di Bas van Abel, un telefonino costruito senza usare materiali provenienti dalle miniere della regione del Congo, insanguinate dalla guerra civile, e assemblato in fabbriche dove i diritti degli operai cinesi sono tutelati; una macchina per distillare la Coca-Cola e ottenere acqua pura; una barriera galleggiante sperimentale per intercettare e riciclare i residui di plastica che galleggiano nel mare del Nord. Un altro progetto prevede di affidare 340 vasi di rose alle cure degli abitanti di Rotterdam per renderli responsabili dal punto di vista ambientale. Gli Smog bijoux di Daan Roosegaarde, invece, sono gioielli plasmati solidificando lo smog. Le pietre sono sostituite da minuscoli blocchi di polvere urbana che viene compressa da un macchinario in grado di filtrare oltre 30mila metri cubi di aria consumando l’energia di un bollitore casalingo per il tè.–Les Inrockuptibles

2. Uniformità
Uniformity_, Fashion institute of technology, New York, fino al 19 novembre_

Uniformi per tutti i gusti: militari, da lavoro, per la scuola e lo sport. Da quelle femminili dell’esercito statunitense nella Seconda guerra mondiale a quelle della polizia newyorchese nel 1940, fino alle uniformi per gli scolari di Eton, tutte accostate a bozzetti di stilisti che si sono ispirati proprio alle uniformi per le loro creazioni. Una maglia alla marinara francese è accanto a un abito di pizzo del marchio Sacai, un’uniforme inaspettatamente graziosa di McDonald’s accanto a uno sciatto completo di Moschino disegnato da Jeremy Scott e decorato con un gigantesco logo dorato. L’influenza militare domina, forse perché gli stilisti vogliono evocare autorità e generare tensione sovversiva negli abiti femminili. La tradizione ipermaschile, quindi, si fonde con il femminile per creare capi che non sono né l’uno né l’altro.–The Village Voice

3. La biennale di Taipei
Taipei fine arts museum, fino al 5 febbraio

Con il contributo di ottanta artisti, il Taipei fine arts museum presenta un ricco programma lungo cinque mesi, che intreccia mostre, performance, proiezioni, convegni e letture in collaborazione con le istituzioni locali. Il titolo Gesti e archivi del presente, genealogie del futuro, si propone di esplorare il ruolo catalizzatore del museo nella sperimentazione di pratiche transartistiche. La biennale è diventata un punto di riferimento fondamentale per l’arte contemporanea in Asia.–e-flux

Questa rubrica è stata pubblicata il 23 settembre 2016 a pagina 97 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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