12 gennaio 2024 11:39

In questi giorni stanno facendo molto discutere in Nigeria le accuse contro il predicatore nigeriano TB Joshua, morto nel 2021, che emergono dall’inchiesta Disciples realizzata dai giornalisti del team Bbc Africa Eye, in collaborazione con OpenDemocracy. L’indagine giornalistica è durata due anni, ha coinvolto una quindicina di reporter in tre diversi continenti ed è composta da vari articoli, un documentario in tre parti e un podcast di nove puntate. Raccoglie le testimonianze di più di venti persone che erano vicine al predicatore, tra cui membri del gruppo ristretto dei suoi “discepoli”, che dicono di aver assistito in prima persona a gravi abusi come violenze sessuali e torture (anche ai danni di minori), o di esserne state vittime. Alcune donne hanno denunciato di essere state costrette ad abortire dopo essere state ripetutamente stuprate del pastore.

Joshua è accusato anche di aver inscenato quelle guarigioni miracolose che erano seguite da milioni di spettatori in Nigeria e nel resto del mondo (cosa che a molti può sembrare scontata, ma probabilmente per i suoi seguaci non lo è). La congregazione, che oggi è guidata dalla moglie di Joshua, Evelyn, non ha commentato l’inchiesta, ma in passato ha sempre negato questo tipo di accuse.

Ma perché TB Joshua suscita ancora tanto interesse? Nel panorama affollato dei predicatori evangelici africani, è stato un peso massimo. Il pastore nigeriano morto a 57 anni, spiega il sito nigeriano Punch, era uno dei leader religiosi più influenti e ricchi di tutta l’Africa (secondo Forbes, nel 2011 il suo patrimonio personale si aggirava sui 10-15 milioni di dollari).

Nel 1987 fondò la Synagogue church of all nations (Scoan), con sede in un palazzo di dodici piani situato nello stato di Lagos, dove viveva insieme ai suoi seguaci. Joshua era noto per i miracoli con cui guariva da ogni tipo di malattia, dall’aids al cancro alla cecità. Tra la fine degli anni novanta e l’inizio degli anni duemila, grazie alla sua emittente Emmanuel tv, queste presunte guarigioni gli procurarono un seguito globale in vari continenti, che visitava regolarmente insieme ai suoi adepti. La Scoan aprì delle sedi in Ghana, Regno Unito, Sudafrica e Grecia, e quando arrivarono i social network Joshua seppe sfruttarli a suo vantaggio. Noto filantropo, costruì rapporti con i politici africani più importanti della sua epoca, dall’ex presidente ghaneano John Atta Mills a quella del Malawi, Joyce Banda.

Nel 2014 Joshua finì involontariamente al centro dell’attenzione dei mezzi d’informazione, quando a Lagos crollò un edificio di sua proprietà. Nell’incidente morirono 116 persone, in maggioranza sudafricane. Dopo il disastro, dovuto al fatto che il palazzo non era costruito a norma, Joshua bloccò l’accesso ai soccorritori per ventiquattr’ore, impedendo il salvataggio di chi era ancora sotto le macerie, e inventò una causa dell’incidente, sostenendo che un fantomatico aereo si era schiantato sul tetto. Tutto questo finì per creare una crisi diplomatica tra i governi di Nigeria e Sudafrica.

Perché è importante l’inchiesta della Bbc e di OpenDemocracy? Molti seguaci di TB Joshua continuano a difendere il predicatore facendo notare che, ora che è morto, non può ribattere alle accuse. Oltre che come una conseguenza dell’indottrinamento, queste reazioni possono essere viste come un segno di inquietudine nel mondo delle chiese evangeliche, che vedono minacciata la loro autorità.

Come fa notare OpenDemocracy l’eredità di TB Joshua è stata raccolta dai suoi ex collaboratori e messa pienamente a frutto: “Da Lagos a Londra, dal Galles allo stato di Washington, da Tampa a Salonicco, le congregazioni guidate degli ex collaboratori di Joshua vantano un totale di cinque milioni di follower sui social media e più di 194 milioni di visualizzazioni su YouTube. Insieme, la loro portata è di gran lunga maggiore di quella della chiesa di Joshua, che continua a operare sotto sua moglie Evelyn”. Queste congregazioni “sono un pericolo per centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, quanto lo erano le attività della Scoan”, sostiene un’ex “discepola” di TB Joshua che ha testimoniato nell’inchiesta. “Questa è la sua eredità: distruzione, caos, dolore, agonia. Gli abusi spirituali non sono ancora finiti”.

Questo testo è tratto dalla newsletter Africana.

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