29 aprile 2013 16:42

Il 27 aprile i Chicago Bulls hanno battuto al terzo supplementare i Brooklyn Nets, nella partita più combattuta giocata finora nei playoff Nba. È stato forse anche l’incontro più bello all’interno di una delle uniche due serie (l’altra è Golden State-Denver) che stanno regalando qualche sorpresa e risultati imprevisti.

Di sicuro è stata la più lunga giocata finora: Bulls e Nets se le sono date di santa ragione per 63 minuti, i 48 dei tempi regolamentari più i 15 dei tre overtime; alcuni giocatori, come Deron Williams, Luol Deng e Kirk Hinrich, sono rimasti in campo per quasi 60 minuti, un’enormità per un giocatore di pallacanestro.

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Ma non è la prima volta che succede. Esattamente tre anni fa, durante i [playoff del 2009][1], sullo stesso campo, lo United Center di Chicago, i Bulls sconfissero i Boston Celtics dopo tre overtime. Anche allora era il primo turno. Con quella vittoria Chicago portò la serie allo spareggio di gara 7, vinta poi dai Celtics che passarono al turno successivo.

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È successo anche in finale che le due squadre andassero al terzo overtime. Tre volte. La più importante, o per lo meno quella che ricordo meglio, è gara 3 delle [finali][2] del giugno del 1993. Indovinate dove? A Chicago, ovviamente. Ma in un altro palazzetto: a quel tempo i Bulls di Michael Jordan, Scottie Pippen e Phil Jackson giocavano al Chicago Stadium, che qualche mese dopo sarebbe stato demolito per lasciare posto allo United Center. La partita la vinse Phoenix 129 a 121, ma la vittoria finale andò ai Bulls, che vinsero il loro terzo titolo consecutivo. Poco dopo Michael Jordan annunciò il suo primo ritiro.

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Ma la durata di queste partite non si avvicina neanche lontanamente a quella dell’incontro più lungo mai giocato su un campo da basket. Era il 6 gennaio del 1951, si affrontavano gli Indianapolis Olympians e i Rochester Royals. Giocarono per 78 minuti, 48 del tempo regolamentare più i 30 dei sei tempi supplementari. Vinsero gli Olympians 75 a 73. Un punteggio bassissimo, dovuto al fatto che a quel tempo si segnava poco e soprattutto non era ancora stata introdotta la regola dei 24 secondi per concludere l’azione offensiva. Le squadre, cioè, potevano tenere il pallone tutto il tempo che volevano, potevano fare melina, come si direbbe nel calcio.

La partita più lunga giocata con la regola dei 24 secondi è invece Minneapolis Bucks contro Seattle Supersonics, del 1989: 155 a 154, cinque overtime, 73 minuti e il record di minuti giocati per un singolo giocatore (69 minuti per Dale Ellis dei Supersonics).

Ah, poi ci sarebbe la partita delle 60 ore. Per l’esattezza 57 ore, 17 minuti e 41 secondi. Gennaio 2006: le squadre universitarie di Duke e North Carolina giocano per due giorni e mezzo consecutivi. Ma in gioco non c’è il titolo di campione né il passaggio al turno successivo. L’obiettivo è raccogliere fondi per la Hoop dreams basketball academy, un’organizzazione nonprofit che aiuta i bambini malati. Vengono raccolti 60mila dollari e nessuno fa tanto caso al punteggio finale, che per la cronaca è 3,688 a 3,444 per Duke.

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