23 ottobre 2015 09:16

Domenica sera la Polonia opererà una svolta a destra. Solo dopo la chiusura dei seggi sapremo se il partito Diritto e giustizia, forza nazionalista ambivalente sull’Europa e molto vicina al tradizionalismo dell’episcopato polacco, potrà governare da sola. Ma resta il fatto che il partito sarà il più votato del paese, perché può contare su un movimento di base molto solido.

Consumati dagli ultimi anni trascorsi al potere, i centristi della Piattaforma civica hanno perso tanti sostenitori. Una buona metà dei polacchi rimprovera infatti al partito di non avergli fatto godere i benefici del boom dell’economia nazionale, che ha arricchito le élite urbane mentre le campagne e i cittadini meno istruiti sono rimasti al palo, spesso senza un lavoro.

Le elezioni in Polonia potrebbero cambiare i rapporti di forza in Europa

In questo momento c’è una netta spaccatura in Polonia, e il programma di Diritto e giustizia (Pis) seduce con le sue promesse di aiuti ai più svantaggiati e di rilancio della crescita attraverso gli investimenti pubblici. Come la quasi totalità delle destre radicali europee, la destra nazionalista polacca ha fondato la sua ascesa sulle ingiustizie sociali, sull’approccio statalista e su un sovranismo ostile a qualsiasi avanzamento dell’unità europea.

È su queste basi che la destra polacca ha fatto eleggere in primavera il suo candidato alla presidenza della repubblica, per poi uscire rafforzata dal dramma dei profughi che ha definito come un pericolo per la sicurezza, l’identità e perfino per la salute dei polacchi.

In questo senso le elezioni in Polonia potrebbero cambiare i rapporti di forza in Europa. Tutto dipenderà dai risultati finali. Se il fronte composto dai partiti di sinistra raggiungerà la soglia di sbarramento dell’8 per cento potrebbe limitare la maggioranza nazionalista.

L’estrema destra come soggetto politico stabile

Altre due formazioni, una legata alla sinistra intellettuale e l’altra d’impostazione liberista-libertaria ed entrambe nate dalle nuove generazioni, possono contribuire al quadro finale. A questo punto potremmo addirittura immaginare – eventualità poco probabile ma non impossibile – che tutte le forze preoccupate dall’avanzata nazionalista possano allearsi per fermare il Pis. Il risultato più probabile, comunque, è che le elezioni polacche inneschino due grandi cambiamenti in Europa.

Da un lato si rafforzerà il fronte dei paesi ostili all’idea di un’Europa politica e all’accoglienza dei profughi, perché la Polonia e i suoi 38 milioni di abitanti hanno un peso non indifferente nell’Unione. L’aspetto positivo è che a quel punto sarà chiaro che l’Ue non è una dittatura ma l’espressione della volontà dei governi democraticamente eletti. L’aspetto negativo è che il progetto europeo sarebbe ulteriormente ostacolato in tutti i campi.

Il secondo cambiamento è nel fatto che le elezioni polacche potrebbero sancire il passaggio dal bipartitismo tra socialdemocrazia e democrazia cristiana su cui si fonda il progetto europeo a un tripartissimo tra destra, sinistra e forze di estrema destra.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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