15 aprile 2016 09:25

Esiste una seconda riflessione possibile, ma la prima è senza appello. “Così non va, signor presidente”, ho pensato il 14 aprile mentre François Hollande rispondeva alle domande che gli venivano rivolte in televisione. Così non va, signor presidente, un capo di stato non è fatto per spiegare nel dettaglio provvedimenti (giusti o sbagliati) adottati per mettere una pezza a questo o quel problema.

L’aumento del numero di borse di studio offerte ai disoccupati e gli appelli a segnalare i giovani tentati dal jihadismo sono importanti, ma per quello bastano i ministri, non c’è bisogno dell’intervento del presidente della repubblica.

Quello che ci si aspetta da un capo di stato è una visione insieme a proposte di grande portata a breve, medio e lungo termine per una Francia che non sa più dove sta andando ed è caduta in una depressione collettiva il cui eccesso diventa mortale.

Nelle parole di Hollande pronunciate durante l’intervista non c’era niente di tutto questo. Nemmeno una citazione per l’Unione europea che rischia di disgregarsi, niente sui nostri punti di forza e punti deboli, niente sulle priorità da fissare per superare questa situazione difficile. Per questo non posso fare altro che dire che così non va, signor presidente, forse lei non è adatto al ruolo. Non so voi, ma questo è quello che ho pensato durante la trasmissione.

In un mondo pieno di incognite è ormai quasi impossibile per un capo di stato non deludere le aspettative

Ma c’è anche la seconda riflessione. Hollande è apparso talmente in difficoltà da essere imbarazzante, ma quale altro capo di stato si comporta meglio ai giorni nostri?

Nella crisi dei profughi, Angela Merkel è stata l’unica a salvare l’onore dell’Europa, ma alla fine è stata costretta ad alzare bandiera bianca e tra l’altro la stessa Merkel ha trascinato l’Unione in una crisi gravissima imponendo una politica di austerità che ha ridotto la crescita e l’ha resa estremamente impopolare.

Barack Obama? Avrà il merito dell’estensione della copertura sanitaria, ma le buone azioni si fermano sostanzialmente qui. David Cameron? Non ne parliamo. Dilma Rousseff? Sappiamo quel che sta passando. Vladimir Putin? Ha riconquistato la Crimea ma ha perso l’Ucraina, e la sua gestione economica è un totale disastro.

Questo non toglie nulla alle critiche nei confronti di Hollande, ma relativizza il giudizio. In un mondo che seppellisce un’economia senza sapere cosa ne prenderà il posto, un mondo travolto dall’ascesa di nuove potenze che intaccano il monopolio occidentale nelle questioni internazionali, un mondo dove tutti hanno paura del futuro e ripiegano sulla nostalgia di un passato mitizzato, un mondo pieno di incognite e sempre più ingestibile, è ormai difficilissimo, quasi impossibile per un capo di stato non deludere le aspettative.

Allora il più grande torto di François Hollande, forse, è proprio quello di non aver saputo sfuggire a questa regola.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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