19 agosto 2016 14:27

Situazione tipica: chiedo a mia figlia di sette anni se dopo la spiaggia vuole fare un giro in paese e lei si fa prendere da una crisi perché non ci vuole andare, ma poi quando m’impongo e ce la porto comunque, lei seduta in piazza con il gelato in mano mi dice che è il giorno più bello della sua vita. Secondo te è bipolare o solo viziata?–Cristina

All’inizio di luglio un male veloce e spietato si è portato via la mia amica Irene Bernardini. Molti la conoscevano come la psicologa che rispondeva ai lettori di Vanity Fair, anche se in realtà il suo lavoro più importante era quello di mediatrice familiare, attività per cui tante famiglie le sono ancora molto grate, e da cui Irene ha tratto ispirazione per alcuni libri delicati e profondi.

In Bambini e basta (Mondadori 2012), che per me è un punto di riferimento, Irene spiega che i bambini in fondo non vogliono scegliere. Il suo racconto apparentemente esilarante di una madre che davanti al bancone del bar propone alla figlia una decina di alternative su quale tramezzino prendere (“oppure un panino? O vuoi una pizzetta calda?”) fino a ridurla alle lacrime, serve a ricordarci che gli adulti siamo noi e non dobbiamo aspettarci che i nostri figli abbiano un’opinione formata su tutto. A vent’anni quella bambina avrà chiarissimo quale tramezzino vuole, ma a quattro anni ha bisogno che a scegliere sia la madre. Lo stesso vale per te e tua figlia, che secondo me non è né viziata né tantomeno bipolare: è una bambina e basta. Vero Irene?

Questa rubrica è stata pubblicata il 19 agosto 2016 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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