17 giugno 2016 10:53

The Hardwick Gazette è il settimanale di Hardwick, un paesino dell’America rurale a cento chilometri da Burlington, nel Vermont, al confine con il Canada. Fondato 127 anni fa, pubblica notizie locali, annunci di nascite, risultati sportivi delle squadre delle scuole, ma ogni tanto si lancia anche in qualche inchiesta, per esempio sull’uso dei fondi pubblici o su uno scandalo che ha coinvolto il direttore della banca della città. Vende 2.200 copie e il suo proprietario, nonché direttore, contabile, venditore di spazi pubblicitari, redattore e addetto alle pulizie, ha appena compiuto 71 anni ed è stanco.

Si chiama Ross Connelly e in un’intervista al New York Times ha raccontato che da due anni cerca di vendere il giornale senza riuscire a trovare un compratore. Però non vuole chiuderlo: “Solo perché non siamo un grande giornale nazionale e non ci occupiamo dei fatti che succedono nel mondo non vuol dire che quello che facciamo non è importante. Sono fermamente convinto che un giornale sia fondamentale per la nostra democrazia”.

Così Connelly ha avuto un’idea: ha lanciato un concorso e ha messo in palio The Hardwick Gazette. Per partecipare bisogna spedire un articolo di non più di duemila battute descrivendo le proprie competenze e spiegando cosa si vorrebbe fare con un giornale nel nuovo millennio. C’è tempo fino a metà agosto, poi una giuria appositamente incaricata sceglierà il vincitore. Non è un bidone: il settimanale ha due dipendenti, ricavi per 240mila dollari, nessun debito e gli uffici sono di sua proprietà.

Con la crisi della stampa, 328mila giornalisti di quotidiani e riviste hanno perso il lavoro negli Stati Uniti dal 1990 a oggi. Gli ultimi dati (si riferiscono a ottobre del 2015 ma sono stati diffusi solo di recente) dicono che in parte questa emorragia è stata compensata dai nuovi posti di lavoro creati dai giornali online e, per la prima volta, il numero di giornalisti occupati nel settore digitale ha superato quello dei giornalisti della carta stampata. C’è da essere moderatamente fiduciosi, quindi. Soprattutto finché anche il più piccolo giornale, non importa se di carta o online, continuerà a considerarsi giustamente uno dei baluardi della democrazia.

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