28 giugno 2018 15:07

“In Cina ci sono quattro milioni di siti web, 700 milioni di utenti di internet, 1,2 miliardi di smartphone, 600 milioni di utenti di WeChat e Weibo. Il risultato è che ogni giorno si producono 30 miliardi di informazioni. Non è possibile censurare questa enorme quantità di dati. Quindi ‘censurare’ non è la parola giusta. Ma l’assenza di censura non implica un’assenza di gestione”.

Le parole di Lu Wei, ex direttore dell’Ufficio informazioni internet del governo cinese, aprono il libro di Margaret Roberts, Censored, appena uscito negli Stati Uniti. Nel mondo analogico la censura era relativamente semplice: bastava controllare i principali mezzi di comunicazione – giornali, radio e televisione – e punire chiunque tentasse di aggirare le restrizioni. Le dittature del ventesimo secolo funzionavano così.

Oggi, nota John Naughton sul Guardian, anche se nel frattempo tutto è cambiato e internet è molto difficile da controllare, i regimi autoritari sono sempre in ottima salute. Il saggio di Margaret Roberts, dell’università della California a San Diego, cerca di spiegare questo apparente paradosso. Per impedire ai cittadini di informarsi, nel mondo digitale la censura usa la paura, l’attrito e l’inondazione.

La paura è il vecchio sistema: funziona sempre, ma è costoso e può provocare contraccolpi pericolosi per i regimi. L’attrito impone ai cittadini un aumento dei costi – in termini di tempo o soldi – per accedere alle informazioni: la pagina web che si carica lentamente, il libro rimosso dalla biblioteca online. L’inondazione ci sommerge di informazioni – molte false o inaccurate – per rendere difficile la distinzione tra quello che è utile e tutto il resto. Serve a diluire e a distrarre. È un sistema economico, efficace e senza particolari controindicazioni.

Le autorità cinesi, spiega Roberts, usano tutte e tre le tecniche, combinandole insieme. E il loro esperimento è seguito con interesse da molti regimi nel mondo.

Questa rubrica è uscita il 29 giugno 2018 nel numero 1262 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero | Abbonati

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