05 marzo 2016 14:21

Mike Savage, Social class in the 21st century
Pelican 450 pagine, 11,50 euro

All’inizio del 2011 le vendite di biglietti dei teatri londinesi aumentarono del 191 per cento. Per qualche giorno nessuno riuscì a spiegare la ragione di quel picco, poi le cose si chiarirono. Qualche tempo prima, la Bbc aveva lanciato un sondaggio per capire quali classi componessero la società britannica chiedendo ai propri utenti di fornire informazioni su patrimonio, relazioni sociali e consumi culturali.

Quando si era capito che la frequentazione dei teatri costituiva un elemento per essere considerati parte del ceto medio più alto, molti inglesi erano corsi a comprarsi un biglietto. Negli anni seguenti le informazioni raccolte sono state integrate e interpretate. E i risultati sono raccontati in questo libro che è interessante anche per chi non vive nel Regno Unito.

Emerge un panorama in cambiamento in cui alle classi già note – come l’élite (6 per cento), la borghesia benestante (25 per cento) o la classe lavoratrice (14 per cento) – si affiancano gruppi nuovi: la classe media tecnica (6 per cento), ricca ma con reti sociali limitate; il gruppo dei servizi di basso livello, baristi, infermieri, (19 per cento); e il precariato (15 per cento). Migliorare la propria posizione è sempre più difficile e i comportamenti controllabili (come andare a teatro) sono sempre più importanti per definire l’appartenenza.

Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2016 a pagina 90 di Internazionale, con il titolo “Classi vecchie e nuove”. Compra questo numero | Abbonati

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