29 agosto 2015 11:31

Chris Adrian, Un angelo migliore
Einaudi, 230 pagine, 18 euro

È uno dei più intriganti e disturbanti libri recenti, la raccolta di racconti di un oncologo laureato anche in teologia, che sembra saper molto di psicologia infantile. Non ha una visione del mondo rassicurante e i suoi personaggi – bambini e adolescenti – portano il peso della condanna originaria, sanno nel fondo dell’anima quanto la carne sia debole e la mente insicura.

Sembrano muoversi tra Hawthorne (non Poe) e Stephen King, però con l’odierna conoscenza di una società per molti aspetti orrenda come è quella statunitense. I suoi personaggi vorrebbero “un angelo migliore” a proteggerli e a guidarli, diciamo pure un dio che non permettesse l’orrore delle due torri (al centro dei racconti più estremi, l’orrore della Storia) e la miseria delle famiglie, il cancro dei corpi e la patologia dei cervelli, l’ipocrisia del contesto e insomma il male. Esso sta negli adulti come nei presunti innocenti, i bambini, ed è anche concreto, ospedaliero.

C’è un solo racconto (il secondo) troppo costruito, da scuola di scrittura, gli altri (il più bello è Il bambino scambiato) sono di rara potenza visionaria, e l’ultimo, Perché l’Anticristo, non lascia speranza: l’Anticristo è in noi, siamo noi. Chris Adrian, di cui Einaudi ha pubblicato anche La grande notte, che corro a cercare, è un vero scrittore, fa male, ma è di quelli di cui c’è bisogno.

Questa rubrica è stata pubblicata il 28 agosto 2015 a pagina 77 di Internazionale, con il titolo “Visioni del male”. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it