18 settembre 2019 13:02

Domenica 11 agosto ho visto a Guadalajara più di centomila persone sfilare a favore di Naasón Joaquín García, leader di La Luz del Mundo, detenuto negli Stati Uniti con 26 capi d’imputazione, tra i quali pedopornografia, tratta di esseri umani e violenza sessuale, e che tre mesi fa è stato omaggiato al palazzo delle Belle arti.

Quasi tutti i pellegrini avevano meno di trent’anni; le donne indossavano gonne fino alla caviglia e intonavano preghiere melodiose. La sicurezza, il traffico e le ambulanze erano alla mercé di persone che indossavano magliette con su scritto “protezione civile, la Luz del Mundo”. Guadalajara è in mano a una congregazione che ha eretto un tempio per 12mila fedeli e governa di fatto il territorio di Hermosa Provincia.

Stavo uscendo dalla mostra En casa con mis monstruos (A casa con i miei mostri) di Guillermo Del Toro. Di fronte a questa mobilitazione evangelica mi è venuta voglia di tornare dentro per trovare consolazione. I giovani che inneggiavano cantando a un futuro governato dalla fede erano più inquietanti delle creature con gli occhi nelle mani immaginate da Del Toro.

Il corridoio evangelico
La Luz del Mondo è nata nel 1926, nel periodo della guerra cristera. Allora il governo non ebbe alcun dubbio nell’appoggiare una forma di spiritualità che faceva concorrenza ai cattolici. Il fondatore era il nonno di Naasón e il suo posto fu preso dal padre di quest’ultimo.

Da allora si è imposto un “nepotismo sacro”. Il giornalista e scrittore Diego Petersen Farah ha spiegato che il movimento è legato al Movimento cittadino di Guadalajara, il Partito verde a Città del Messico e al Movimento di rigenerazione nazionale (Morena) a Puebla e a Veracruz. Se Gesù espulse i mercanti dal tempio, dichiarando che il suo regno non era di questo mondo, Naasón invece abbraccia la “teologia della prosperità”. Solo negli Stati Uniti possiede proprietà immobiliari per un valore di 7,3 milioni di dollari.

È noto che le chiese evangeliche negoziano benefici fiscali con l’agenzia delle entrate

Le reti degli evangelici arrivano fino alla presidenza: “Andrés Manuel López Obrador è cresciuto in una congregazione avventista all’interno del corridoio evangelico, come sono chiamati quei comuni che vanno dal sud di Veracruz fino a Campeche, e dove il cattolicesimo richiama meno del 50 per cento dei credenti e condivide il programma morale di queste chiese”, scrive Petersen.

Nell’incontro di Tijuana per l’unità della patria, Arturo Farela, leader della Confraternita nazionale delle chiese cristiane evangeliche, ha elevato una preghiera affinché gli Stati Uniti non aumentino i loro dazi doganali. Il 21 febbraio Farela e altri venti sacerdoti sono stati ricevuti da López Obrador nel palazzo della presidenza. Una settimana dopo il pastore ha scritto su Facebook che la riunione era stata “estremamente fruttuosa per le quattro proposte che ci ha rivolto il presidente del Messico”.

Non ha specificato quali siano state tali proposte, ma è noto che le chiese evangeliche negoziano benefici fiscali con l’agenzia delle entrate e concessioni televisive.

Rileggere Graham Green
I loro risultati sono notevoli soprattutto in Brasile e in Costa Rica, ma stanno cercando di prendere piede anche nel resto del continente. Una volta alla settimana il pastore Ralph Drollinger va in visita da Donald Trump e da Mike Pence. Secondo Raúl Olmos, del progetto giornalistico Transnacionales de la fe (transnazionali della fede), che comprende sedici mezzi di informazione latinoamericani, Drollinger si è incontrato in Messico con Farela e politici di vari paesi.

Nessun presidente ha citato la Bibbia tanto quanto López Obrador. Questo testo inesauribile può essere interpretato in molti modi. In The scandal of the evangelical mind, lo storico delle religioni Mark A. Noll osserva come molte ramificazioni della chiesa evangelica si siano isolate dalla ricerca, dalle università e dal dibattito intellettuale. Considerando la lettura della Bibbia una verità rivelata, ritengono che qualsiasi forma in più di conoscenza sia farisea. Gli esegeti e gli esperti non esistono per le persone di fede che possiedono sempre “altri dati”.

Quanti di noi hanno votato per López Obrador nel 2006 e nel 2012, mossi da idee politiche di sinistra, lo hanno fatto nonostante il suo programma reazionario su temi come l’aborto e i matrimoni omosessuali. Sempre meno di sinistra e sempre più evangelico, nel 2018 si è alleato con il Partito dell’incontro sociale (Pes), che pur essendo commissariato dispone di 29 deputati e cinque senatori, e predica con Farela, secondo il quale “gay e lesbiche hanno più diritti dei cristiani” (La Jornada, 22 maggio 2018).

Dopo aver visitato lo stato di Tabasco, Graham Greene scrisse due capolavori, Le vie senza legge e Il potere e la gloria. Questi due titoli alludevano alla persecuzione del cattolicesimo nella terra di Tomás Garrido Canabal, negli anni trenta. Oggi potrebbero alludere al potere degli evangelici nella terra di López Obrador.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul quotidiano messicano Reforma.

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