29 luglio 2015 19:00

1. BoomDaBash, A tre passi da te (feat. Alessandra Amoroso)
Leggendo Lascia stare la gallina, giallone di Quit the Doner che pare Fruttero & Lucentini remixato dai Sud Sound System, ecco i BoomDaBash che nel nuovo Radio revolution pompano la prosopopea de lu munnu. Danze e impegno con birra gelata stretta nel pugno, ma il meglio è l’amore terrone tra lu mare e i summer days I will always remember, ukulele e cornamusa e la Amoroso stellare nell’evocare passioni intense che divampano su sabbie tiepide all’alba per evaporare nel meriggio ai gate easyJet del Brindisi airport.

2. I Musicanti del Vento, Partu
Ci godiamo il zumpa zumpa della formazione folk pop del cosentino, che suona qui in stile De André light ma reca quell’imprinting struggente nella voce, quella dignitosa mestizia che fa scegliere Preferisco la cantina come titolo, con le implicazioni del caso rese più esplicite dai disegni di copertina, tutto un manga di fisarmoniche, tovaglie a quadretti, salami e fiaschi. Ma è con traccia finale dell’album, l’unica in dialetto, che nei Musicanti si scoprono dei piccoli Pogues nascosti, pronti a zompare da una festa di paese a raduni assai più underground.

3. Raffaele Casarano, Lu rusciu de lu mare (feat. Giuliano Sangiorgi)
La canzone tradizionale salentina in versione da festival jazz estivo per sax, accendini, lampare e display luccicanti; proprio come quel Locomotive festival diretto dallo stesso Casarano, che dal 26 luglio percorre il Salento quale brivido lungo il dorso. Il pezzo, di un paio d’anni fa, è in Give me five by foot! Doppia antologia della Tuk, etichetta messa in piedi cinque anni fa da Paolo Fresu come una raccolta di sonorità jazz che veleggiano nella musicalità mediterranea. Un tesoretto di sogni altrui da portarsi in vacanza, come una carta nautica.

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2015 a pagina 80 di Internazionale, con il titolo “Amores terrons”. Compra questo numero | Abbonati

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