08 luglio 2016 20:01

Il Massachusetts institute of technology (Mit) è stato un formidabile agente della diffusione delle tecnologie informatiche nelle scuole. Se non ha determinato, ha certamente stimolato e guidato la loro diffusione, in particolare negli Stati Uniti. Qui le scuole con accesso a internet sono passate dal 3 per cento (1994) al 94 (2005) e l’amministrazione Obama, come parte essenziale del suo progetto educativo, mira a una copertura quasi totale per il 2018. È quindi interessante che proprio dall’Mit venga un discussion paper che mette in guardia verso l’uso indiscriminato delle tecnologie informatiche nelle classi.

Un’accurata ricerca è stata svolta nei corsi di economia all’accademia di West Point. Il famoso college prepara alla carriera militare ed è imperniato sempre sugli studi d’ingegneria e sull’addestramento fisico, ma, soprattutto negli ultimi anni, si è aperto a corsi di economia e scienze umane, materie in cui mediamente gli allievi hanno risultati due volte superiori agli altri college. A West Point gli allievi che nelle ore di lezione possono usare il computer senza limiti e obiettivi hanno un rendimento quasi del 20 per cento inferiore agli allievi a cui è vietato farlo. La ricerca, limitata ma molto accurata, aiuta a capire ancora una volta che puntare tutto sulle tecnologie serve a poco fuori di un progetto educativo che ne preveda l’uso in funzione di obiettivi definiti. E ancora una volta emerge il ruolo di chi insegna e del suo modo d’insegnare.

Questa rubrica è stata pubblicata il 1 luglio 2016 a pagina 86 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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