13 dicembre 2023 15:12

Sono un gay di trentaquattro anni di un paese latinoamericano, immigrato in Canada con mio marito, sposato otto anni fa. Per tutta la durata del nostro rapporto eravamo stati monogami e non lo avevamo mai messo in discussione. Forse per via della formazione cattolica? Fatto sta che il sesso tra noi non era mai stato granché, neanche agli inizi. Lui però è gentile, bello e premuroso, perciò mi aveva fatto innamorare. Io avevo messo in chiaro fin dall’inizio che ero versatile e anche lui mi aveva detto di esserlo. Qualche settimana dopo, però, ho assunto il ruolo di passivo, e non me la sono mai sentita di avanzare richieste. Non gli ho neanche mai chiesto un pompino. E non ne ho ricevuti per sette anni, pur avendogliene fatti a volontà! Inoltre, facevamo sesso circa ogni due settimane, e solo quando lo voleva lui. Sempre al buio e nella stessa posizione. So che la colpa è mia se non ho chiesto quello che volevo. Circa un anno fa sono andato su Grindr senza dirglielo. Ho conosciuto un uomo e suo marito. Avevano una relazione aperta e mi hanno invitato da loro. Dopo quell’incontro a tre abbiamo deciso di rimanere solo amici, e ci siamo anche visti con mio marito, fingendo tutti che non fosse successo nulla. Però ho cominciato a provare dei sentimenti per il tizio conosciuto su Grindr. Abbiamo continuato a fare del sesso travolgente, stavolta solo noi due. Quattro mesi dopo entrambi i nostri partner hanno scoperto i tradimenti. L’altra coppia ha deciso di divorziare, mentre io e mio marito abbiamo deciso di provare a risolvere. La storia con l’altro però è continuata e i miei sentimenti per lui non hanno fatto che aumentare. Mio marito non è disposto a fare più sesso, a farmi fare l’attivo, a prendermelo in bocca o a permettermi di cercare sesso altrove. Sono stato paziente e attento ai suoi bisogni e ai suoi blocchi, lui però si infastidisce ogni volta che gliene parlo o che gli chiedo di leggere un libro sulle relazioni aperte. Mi accusa di pensare solo a me stesso e a quel che voglio. Ha accettato di discutere della possibilità di andare da un terapeuta, però non so quanto sia il caso di aspettare ancora. L’uomo con cui porto avanti la tresca vuole che vada a vivere con lui. A volte lo voglio anch’io, altre no. Lui ha un figlio piccolo e io non ho mai pensato a fare il genitore, in nessun modo. Devo restare insieme a mio marito e pazientare, visto che l’unica cosa che tra noi non va è il sesso? O devo semplicemente andare a stare con l’altro?

– Staying Over Straying

Non trascinare questa storia. Il tuo matrimonio l’hai già aperto, SOS, e non hai alcuna intenzione di richiuderlo. Ti stai ancora scopando quell’altro. Non dci esplicitamente che tuo marito non lo sappia, ma il fatto che tu continui a chiamarla “tresca” mi suggerisce che è così. Glielo devi dire. Ti capisco: non vuoi passare per cattivo. Sei stato beccato a farti una storia, SOS, e nella tua posizione una brava persona (anche se non proprio perfetta) in genere dà o finge di voler dare al proprio matrimonio un’altra possibilità, se è quello che vuole anche l’altro. Insomma, almeno questo a tuo marito glielo devi, giusto? Perciò hai cominciato tutta la trafila del caso: le conversazioni difficili, i giusti consigli di lettura, le sedute dal terapeuta. Ma a meno che tu non voglia sinceramente restare insieme a tuo marito, SOS, gli stai solo facendo perdere tempo.

A giudicare dal tuo comportamento nell’ultimo anno, non credo proprio che tu voglia restarci insieme. Ricapitolando: hai tradito tuo marito insieme a una coppia per poi spingerlo a farci amicizia, ti sei messo a scopare con uno dei due all’insaputa dei rispettivi partner. Difficilmente un matrimonio sopravvive a una simile doppietta di tradimenti (quello del tuo amante, che era aperto, si è sfasciato per meno), e il fatto che tu continui a sbattere l’uccello sul pulsante di autodistruzione, cioè a scoparti l’altro, è la prova del fatto che cerchi una via d’uscita. Perché ti sei già fatto beccare una volta, SOS, e ti farai beccare di nuovo, e allora quasi sicuramente tuo marito ti lascerà.

Se però puoi affermare con sincerità che riusciresti a restare felicemente sposato se fossi libero di scoparti e frequentare altri uomini – cioè in un rapporto non solo aperto, ma poliamoroso – allora è questo che devi dire a tuo marito. Così però stai dando un ultimatum, SOS, non intavolando una trattativa. E se tuo marito non lo accetta, be’, allora dovrai trovarti un avvocato e un’altra casa. Se tra un anno sei ancora pazzo del tizio che ti scopi, e ti fa piacere passare del tempo insieme a suo figlio, allora potresti pensare di andare a conviverci. Se tra un anno sei ancora pazzo di lui e non ti va di passare del tempo insieme a suo figlio, pensa a trasferirti un po’ più vicino, per esempio nello stesso palazzo o nello stesso isolato.

Nei rapporti esclusivi la compatibilità sessuale ha un’importanza cruciale. Tra te e tuo marito il sesso non va, non è mai andato, ed è improbabile che le cose cambino. Per un po’ ci potevi stare – per un po’ ci sei stato – ma non sei più disposto ad accontentarti. Ormai è da un po’ che fai una cosa sbagliata, SOS, ma non è troppo tardi per fare quella giusta: sii onesto e chiedi il divorzio che palesemente vuoi, SOS, invece di manipolare tuo marito nella speranza che te lo chieda lui.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Aiuto, per favore. Oggi ho rivisto un ex fidanzato. Nei messaggi che ci eravamo scambiati diceva di voler stare con me, perciò mi aspettavo che mi abbracciasse e baciasse. Invece non si è proprio mosso, non ha neanche reagito alle mie frecciatine, e mi ha distrutta. Non mi sono resa conto quanto lo abbia fatto finché non sono rimasta sola in auto. In genere non sono una frignona, però mi sono messa a piangere. Non penso che a distruggermi sia stato il rifiuto. Quello lo incasso, sono adulta e vaccinata. Ma il fatto di aver pianto (anzi ululato) sta forse a indicare che il mio cuore sa o capisce qualcosa che la mia mente ancora non afferra? Vuol dire che sono innamorata di lui?

– The Town Cryer

No. Hai ripreso contatto con una tua vecchia fiamma, ci hai scambiato messaggi provocanti, è scattato un interesse reciproco. E a un certo punto, yra quel risveglio d’interesse e il primo incontro dal vivo dopo non so quanti anni, ti sei concessa quello che avrebbe fatto chiunque altro nella tua posizione (e che probabilmente ha fatto anche il tuo ex): ti sei messa a fantasticare su cosa poteva succedere (o risuccedere), e a sperarci. Quello che volevi, e di cui eri innamorata, era quello che lui rappresentava: una possibilità. Quando rientra nella nostra vita una vecchia fiamma, può sembrarci una scorciatoia miracolosa: se riesci a riprendere da dove avevi mollato, la parte davvero difficile, cioè trovare qualcuno che ti piace, è già superata. In questo caso, TTC, la scorciatoia non ha funzionato. Sei cambiata tu, è cambiato lui. Non starò a indorare la pillola: hai subìto un rifiuto, ed è una cosa che brucia sempre. A farti piangere, però, non è stato lui in sé, ma il fatto che lo volevi. Insieme a lui speravi di trovare quello che vuoi, cioè amore e intimità, ma non era destino. Quindi fattelo pure questo bel pianto, TTC, e poi vai a cercare quello che vuoi insieme a qualcun altro.

P.S. Una volta mi sono rivisto con una vecchia fiamma – il mio primo vero amore – sperando di poterci rimettere insieme. Quel giorno sono andato ai grandi magazzini Marshall Field’s convinto che saremmo finiti nei camerini, a strapparci i vestiti di dosso come facevamo un tempo. Invece quel che c’era stato tra noi era svanito. Insieme ci siamo fatti un bel pranzetto, ma nient’altro. Quel sentimento, o quell’assenza di sentimento, era reciproco, credo, e tornando a casa nessuno dei due si è ritrovato a piangere in metropolitana. Eppure, nel constatare l’impossibilità di quella che fino a un’ora prima mi era sembrata una possibilità, mi è rimasta addosso una tristezza incredibile. Perciò ti capisco, TTC, e ti sono vicino.

Sono innamorata di uno e non dovrei. È sposato. Dice di amarmi. Insieme non abbiamo fatto nulla, a parte chiacchierare. Anche se non sono esattamente una conformista, fatico a digerire il fatto che sia sposato. Posso farmene una ragione. Ci conoscevamo e volevamo bene da prima che lui si sposasse. Lui l’ha fatto solo perché pensava che io non fossi disponibile. Il loro è un matrimonio infelice. Fatto sta che lui non le ha chiesto di aprire la coppia. Quando provo a suggerirglielo io, non ottengo nulla. Dice che vuole divorziare, o separarsi, ma non fa alcun passo in questa direzione. Sesso non ne fanno più, dice. Non dormono più nello stesso letto, dice. Non trascorrono più le feste insieme, dice. Se è tutto vero, non capisco perché continuino a stare insieme. Non so se sia il caso di aspettare (potrebbe volerci parecchio) o arrendermi. Se si trattasse solo di sesso, la risposta sarebbe facile. Lui però è diventato una parte importante della mia vita, anche solo per parlare di tutto quello che ci succede. Tu cosa faresti?

– This Emotional Affair

Io me lo scoperei. Se però avessi i tuoi stessi scrupoli – se lui fosse sposato e non volesse chiedere di aprire la relazione, e io non sapessi quanto è vero ciò che mi dice – ecco cosa farei: gli direi di farmi un colpo di telefono quando sarà single. E poi magari mi struggerei, ma non starei lì ad aspettare. Comincerei a frequentare o scopare altri – single in cerca, in coppia ma eticamente non monogami – con l’obiettivo di staccarmi il più possibile emotivamente, socialmente e sessualmente da questo tizio sposato e inaccessibile. Non è arrendersi, TEA, è passare oltre. Se una volta divorziato lui si facesse vivo e io fossi ancora single, potremmo ricominciare a parlare e magari finalmente scopare. Se una volta divorziato si facesse vivo e io fossi felicemente impegnato, gli direi che ha perso il treno – di nuovo – e vista l’intensità di quel che proviamo l’uno per l’altro, gli direi che rimanere amici è fuori discussione.

E da ultimo, TEA, se una volta divorziato si facesse vivo e io fossi infelicemente impegnato, farei quel che avrei voluto facesse lui quando era infelicemente sposato: aprirei la mia relazione o vi metterei fine, per poter stare con lui o anche con lui.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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