19 marzo 2016 14:49

Negli ultimi trent’anni la Cina ha contribuito al riscaldamento del pianeta per il 10 per cento. Questa percentuale è rimasta costante negli ultimi trent’anni. È sorprendente, perché la Cina ha avuto una rapida crescita economica, accompagnata da un’impennata dell’uso dei combustibili fossili e quindi delle emissioni di anidride carbonica. Si pensava quindi che il contributo della Cina al cambiamento climatico fosse aumentato.

Un gruppo di ricercatori cinesi e francesi ha spiegato questo paradosso analizzando le emissioni tra il 1980 e il 2010. Nello studio sono stati usati dei modelli matematici e le serie storiche delle osservazioni. Oltre a emettere anidride carbonica, la Cina ha prodotto una grande quantità di composti dello zolfo, presenti come aerosol nell’aria. Queste particelle raffreddano il clima, controbilanciando l’effetto dovuto all’anidride carbonica. Secondo Bengang Li e colleghi, la scoperta implica un ripensamento delle misure di lotta al cambiamento climatico.

Lo scorso dicembre a Parigi i leader mondiali hanno concordato un’azione comune per limitare l’aumento della temperatura del pianeta entro i due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Anche la Cina è impegnata a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il paese asiatico vuole anche combattere l’inquinamento atmosferico, un problema molto grave, che causa 1,3 milioni di decessi l’anno. Ma secondo lo studio pubblicato su Nature, il tentativo di ridurre l’inquinamento atmosferico eliminando le particelle di zolfo, rischia di aumentare la responsabilità della Cina nel riscaldamento del pianeta. Potrebbe quindi diventare necessario uno sforzo ulteriore di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

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