Kenzo Tribouillard, Afp

Centinaia di lavoratrici del sesso e di abitanti di Amsterdam, la capitale dei Paesi Bassi, hanno partecipato il 19 ottobre a una manifestazione contro i piani del comune di chiudere il famoso quartiere a luci rosse per creare un “centro erotico” in periferia.

I manifestanti hanno marciato in direzione del municipio, sollevando cartelli con la scritta “salvate il quartiere a luci rosse”. Decine di loro indossavano maschere per nascondere la propria identità.

Entro la fine dell’anno il comune sceglierà il luogo in cui sorgerà il nuovo centro erotico, il cui obiettivo è ridurre il disturbo per i residenti associato al turismo sessuale.

Molti abitanti delle tre aree di periferia che potrebbero ospitare il centro erotico si sono uniti alla protesta delle lavoratrici del sesso, dicendosi contrari alla costruzione di un “enorme bordello” a due passi dalle loro case.

“Sono sedici anni che ci battiamo contro la chiusura del quartiere a luci rosse”, ha dichiarato Mariska Majoor, un’ex lavoratrice del sesso. “Nel 2007 il motivo era la lotta al traffico di esseri umani, oggi la lotta al turismo di massa”.

Lucie, una lavoratrice del sesso presente alla manifestazione, è convinta che i piani del comune nascondano “un grande progetto di gentrificazione”.

“Se invece il problema è il turismo di massa, non è colpa nostra e quindi non vedo perché dovremmo andarci di mezzo noi”, ha aggiunto.

Petizioni contro il nuovo centro erotico

“Non vogliamo il più grande bordello d’Europa nel nostro quartiere”, ha dichiarato Cynthia Cournuejouls, una madre di 42 anni che vive alla periferia sud della città.

La polemica ha coinvolto anche l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), contraria alla possibilità che il centro erotico sorga vicino alla sua nuova sede nella parte sud di Amsterdam.

La capitale olandese, che sta cercando di scrollarsi di dosso l’immagine di “città del peccato”, ha anche lanciato una campagna online per scoraggiare i giovani europei dall’organizzare addii al celibato in città.

Dopo le proteste suscitate a febbraio dalla scelta delle tre possibili sedi per il centro, a giugno la sindaca Femke Halsema ha modificato leggermente il progetto, riducendo il numero dei ristoranti previsti nell’edificio, che dovrebbe ospitare un centinaio di lavoratrici del sesso.

Nonostante questo, a settembre le petizioni contro il centro erotico hanno raccolto quasi ventiduemila firme. Secondo un sondaggio condotto a giugno dal quotidiano Het Parool, solo un abitante su cinque è favorevole al progetto.