Il premier australiano Anthony Albanese a Shanghai, il 5 novembre 2023. (Hector Retamal, Afp)

Il presidente cinese Xi Jinping ha ricevuto il 6 novembre a Pechino il primo ministro australiano Anthony Albanese. L’incontro segna il disgelo tra i due paesi dopo anni di tensioni che hanno ostacolato gli scambi commerciali.

Il gigante asiatico è il principale partner economico di Canberra, ma le relazioni bilaterali si erano fortemente deteriorate.

Nel 2018 il governo australiano, all’epoca guidato dai conservatori, aveva escluso l’azienda cinese Huawei dalla rete 5G del paese. Nel 2020 Canberra aveva chiesto un’inchiesta internazionale sulle origini della pandemia di covid-19, una mossa che aveva irritato Pechino.

Le relazioni bilaterali sono state messe a dura prova anche dalle accuse australiane alla Cina di voler aumentare la sua influenza nel paese.

In risposta, Pechino aveva imposto dei dazi su esportazioni australiane chiave come orzo, manzo e vino. Aveva anche sospeso l’acquisto di materie prime dall’Australia, tra cui il carbone, privando Canberra di miliardi di dollari di entrate.

Tuttavia, molte delle restrizioni commerciali sono state revocate gradualmente dopo l’arrivo al potere del laburista Albanese, nel maggio 2022.

L’incontro del 6 novembre tra Xi e Albanese è stato il primo tra un presidente cinese e un premier australiano da più di sette anni.

“Collaborare quando è possibile”

Il 6 novembre, in un discorso alla tv australiana, Albanese ha salutato “il miglioramento delle relazioni tra i due paesi”.

“La Cina è il nostro principale partner commerciale”, ha aggiunto. “Rappresenta più del 25 per cento delle nostre esportazioni, e un posto di lavoro su quattro è legato al settore del commercio. Si tratta quindi di una relazione importante”.

Nonostante il disgelo, il mese scorso Albanese aveva chiarito che i due paesi non sono strategicamente allineati e hanno storie e valori diversi.

“Dobbiamo collaborare con la Cina quando è possibile e dissentire quando è necessario”, ha sottolineato il 6 novembre.

La Cina è fortemente critica nei confronti del patto di sicurezza trilaterale Aukus, firmato nel 2021 dall’Australia con gli Stati Uniti e il Regno Unito anche per contrastare l’influenza cinese nella regione Asia-Pacifico.

Il patto prevede la consegna a Canberra di sottomarini a propulsione nucleare. La Cina lo considera una minaccia alla sua sicurezza, ma anche una violazione delle regole di non proliferazione nucleare.

“Pechino vorrà presentarsi come un partner benevolo che accoglie un amico tornato sulla retta via”, ha dichiarato all’Afp Courtney Fung, un’analista del gruppo di esperti Asia society Australia. “Eviterà invece di soffermarsi sulla sua politica economica aggressiva e sulla cosiddetta diplomazia degli ostaggi”.

Il mese scorso la Cina ha scarcerato la giornalista australiana Cheng Lei, che lavorava per l’emittente pubblica cinese in lingua inglese Cgtn ed era detenuta da più di tre anni con l’accusa di “aver divulgato all’estero segreti di stato”.

Il suo rilascio ha riacceso le speranze dei figli dello scrittore australiano Yang Jun, che si trova in una prigione cinese dal 2019. Il 1 novembre hanno chiesto ad Albanese di sollevare la questione nel corso del suo viaggio a Pechino.