Nosiviwe Mapisa-Nqakula a Città del Capo, l’8 febbraio 2024. (Rodger Bosch, Pool)

La presidente del parlamento sudafricano Nosiviwe Mapisa-Nqakula è stata arrestata il 4 aprile nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Il giorno prima si era dimessa.

Presidente del parlamento dal 2021 ed esponente del comitato esecutivo dell’African national congress (Anc), il partito al potere dalla fine dell’apartheid, Mapisa-Nqakula si è costituita di prima mattina in un commissariato di polizia della capitale Pretoria.

Mapisa-Nqakula, 67 anni, rischiava l’arresto da più di due settimane, dopo che la polizia aveva perquisito la sua casa a Johannesburg. In seguito alla perquisizione Mapisa-Nqakula aveva presentato un’istanza urgente per evitare l’arresto, che considerava immotivato, ma la richiesta è stata respinta da un tribunale di Pretoria il 2 aprile.

Henry Mamothame, portavoce della procura nazionale sudafricana, ha dichiarato all’Afp che Mapisa-Nqakula è sotto inchiesta per corruzione e riciclaggio.

L’ex presidente del parlamento è accusata di aver ricevuto tangenti in cambio dell’assegnazione di contratti quando era ministra della difesa (2014-2021).

Il giorno prima dell’arresto Mapisa-Nqakula si era dimessa spiegando di voler “preservare l’integrità dell’istituzione”, aggiungendo però di essere innocente.

La vicenda arriva a meno di due mesi da elezioni cruciali per l’Anc, che sta perdendo consensi a causa degli scandali e delle difficoltà economiche e sociali. Secondo i sondaggi, il partito potrebbe perdere per la prima volta la maggioranza assoluta.

Il parlamento che sarà eletto il 29 maggio dovrà poi designare il nuovo presidente della repubblica. L’attuale capo dello stato è Cyril Ramaphosa.