L’ex presidente colombiano Álvaro Uribe (2002-2010), figura di spicco della destra e uno dei politici più influenti del paese, è stato incriminato per manipolazione di testimoni, ha annunciato il 9 aprile l’ufficio del procuratore.

È la prima volta nella storia della Colombia che un ex presidente finisce sotto processo.

Uribe rischia una condanna fino a otto anni di prigione.

Oggi la presidenza Uribe è ricordata soprattutto per la linea dura nei confronti dei gruppi guerriglieri di estrema sinistra, apprezzata dai suoi sostenitori ma contestata dall’opposizione di sinistra.

Indebolito da una serie di inchieste, Uribe rimane comunque una figura di spicco della destra, che nel 2022, per la prima volta nella storia del paese, ha dovuto cedere il potere alla sinistra, dopo la vittoria di Gustavo Petro nelle elezioni presidenziali.

Nel 2012 Uribe aveva denunciato un senatore di sinistra, Iván Cepeda, che l’aveva accusato di avere legami con gruppi paramilitari di destra.

Invece di perseguire Cepeda, la corte suprema aveva cominciato a indagare su Uribe. In seguito i giudici avevano accusato l’ex presidente di aver manipolato dei testimoni per screditare Cepeda, e nell’agosto del 2020 l’avevano messo agli arresti domiciliari.

Uribe si era poi dimesso dal senato, mentre il suo caso era affidato a un tribunale ordinario, che aveva revocato gli arresti domiciliari.

Secondo la difesa, Uribe, 71 anni, si è limitato a contattare i testimoni per indurli a dire la verità.

“Uribe è innocente, ha solo cercato di difendersi da false testimonianze contro di lui”, ha dichiarato Paloma Valencia, senatrice del Centro democratico, il partito dell’ex presidente.

“Dopo dodici anni la voce della giustizia è stata finalmente ascoltata”, ha invece affermato Cepeda.

Uno degli avvocati di Uribe, Diego Cadena, sarà processato separatamente per aver offerto del denaro a un ex paramilitare affinché ritrattasse la sua testimonianza contro l’ex presidente.